Cronache
Pietro Orlandi: “Emanuela era incinta e abortì a Londra". La lettera choc
Il fratello della ragazza scomparsa mostra una lettera inedita e parla del procuratore vaticano: "Ha fatto capire che non vogliono la commissione parlamentare"
Pietro Orlandi: “Emanuela era incinta e fu costretta ad abortire a Londra". La presunta lettera del cardinale Poletti al Regno Unito
"La sento viva, continuerò a cercarla". Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza sparita nel nulla a 15 anni all'interno delle mura vaticane, ne è certo. Non si è mai arreso, e anche oggi torna su una delle tante piste battute nel corso degli anni. Quella londinese.
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Parlando a Verissimo su Canale 5 riferisce: "Una persona mi ha contattato un po' più di un anno fa", una persona che ha detto di essere "vicina agli ambienti dei Nar" e che gli ha detto di avere visto Emanuela a Londra, perché era in un appartamentino vicino al suo gestito dagli Scalabriniani. "Secondo me è una pista veritiera", ha detto Pietro che ha ricevuto da questa persona una lettera del cardinale Ugo Poletti inviata il 1° febbraio del 1993 all'ex Segretario di Stato Gb. Nella lettera letta in tv, attribuita dalla persona che l'ha data a Pietro al cardinale Poletti, il porporato accenna "alla soluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato". E aggiunge che "è di vitale importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute".
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Si fa riferimento poi al fatto che "anche un feto all'interno del grembo materno possieda un'anima". Per Pietro questa lettera "fa sembrare" che Emanuela era incinta e che poi è stata ricoverata per interrompere la gravidanza, "questo è quello che mi farebbe capire quella persona". E che per fare questo "il Vaticano aveva chiesto l'aiuto dello Stato inglese". Ma questo nuovo interlocutore di Pietro Orlandi "è scomparso, ha cancellato tutti gli account, spero che la procura di Roma o la commissione parlamentare lo cerchino".
Pietro Orlandi: “Il procuratore Diddi? Non si sta comportando nel modo più giusto. Nessuna volontà di cercare la verità"
Pietro dice che per ricontattarlo avrebbe anche cercato Fioravanti, "non sono riuscito a rintracciarlo", e Carminati "che però non vuole incontrarmi". Pietro vuole rintracciarlo perché "da domani qualcuno dirà che questa lettera è falsa". Porta l'intestazione del Vicariato ma "nel '93 il cardinale Poletti non era più vicario di Roma". Ma Pietro Orlandi su questo ha una spiegazione: "Mi è stato detto che all'epoca, per documenti particolari, venivano inserite delle cose, per cui se fossero diventate pubbliche si poteva dire che era un falso". Poi nei confronti del procuratore vaticano Alessandro Diddi aggiunge: "Mi auguro che papa Francesco prenda dei provvedimenti nei confronti di questa persona che non si sta comportando nel modo più giusto".
"Sono stato ascoltato una sola volta, ad aprile dell'anno scorso, ho fatto ventotto nomi e nessuno è stato ascoltato", ha detto ancora Pietro Orlandi. "Non c'è quella volontà purtroppo" di cercare la verità, "Diddi ha fatto capire chiaramente che non vogliono la commissione parlamentare d'inchiesta. L'hanno definita una intromissione perniciosa". "In quest'anno si è fatto di tutto tranne che cercare la verità", ha ribadito. "Io sono contento che papa Francesco ha chiesto di indagare con la volontà di cercare la verità. Ma io non so se è a conoscenza del lavoro che sta facendo la persona che lui ha incaricato: o non è in grado oppure rema contro", ha aggiunto parlando del procuratore vaticano. "Dopo quarant'anni non si può continuare ad aspettare, mi dicono 'devi avere pazienza'. Dopo quarant'anni...", ha concluso Pietro Orlandi.