Cronache

Vannacci e politically correct, “fascismo autobiografia di questa nazione"

di Maurizio De Caro

Uno spazzino sarà sempre uno spazzino, un africano sarà sempre un africano, un cretino sarà sempre un cretino

E’ bastato un volume auto-prodotto per scoprire il Vaso di Pandora dell’ipocrisia italica, e far capire come dicevano alcune menti veramente illuminate come Piero Gobetti, che “il fascismo è l’autobiografia di questa nazione” e non “una parentesi” come affermava Benedetto Croce. Facciamocene una ragione, quello che dice e pensa Vannacci, ce lo diciamo di nascosto nelle nostre camerette, certo quell’imprinting si ripete, si evolve, si trasforma, e non ricorda ovviamente “vogliamo i colonnelli” ma rimane presente come un ectoplasma.

Cambiare il nome alle cose non equivale a rimuoverne i significati: uno spazzino sarà sempre uno spazzino, un africano sarà sempre un africano, un cretino sarà sempre un cretino (fascista o comunista) a prescindere dalle frequentazioni sessuali, e dunque soggetto a sfottó, leggeri o pesanti, come nella tradizione di questo paese. Oggi siamo più liberi di insultarci a vicenda, da destra e da sinistra, che poi è quello che abbiamo sempre fatto da migliaia di anni.