Cronache

Prati, Giandavide De Pau resta in carcere: "Filmò gli omicidi con il telefono"

Spuntano due video effettuati con il cellulare di Giandavide De Pau che testimoniamo l'omicidio delle due cittadini cinesi trovate morte a Prati

Omicidio Prati, spuntano due video choc: la testimonianza incontrovertibile del delitto di via Riboty 

Svolta nel caso De Pau: spuntano due video, uno della durata di 14 minuti e 33 secondi e l'altro di circa 42 minuti, effettuati con il cellulare di Giandavide De Pau, che hanno ripreso l’omicidio delle due cittadine cinesi - Li Yan Rong, 55 anni, e Yang Yun Xia, 45 anni - avvenuto nell’appartamento in via Riboty, nel quartiere romano di Prati.

Il particolare emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Mara Mattioli, che ha convalidato il fermo del 51enne come chiesto dalla procura. I due video sono stati registrati lo scorso giovedì alle ore 10.23 e alle 10.38 e “documentano in maniera incontrovertibile e raccapricciante l’omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau dopo aver consumato con le stesse rapporti sessuali ed aver preteso di rimanere solo con le due donne, mandando via altri clienti”, si legge nell’ordinanza.

“Dopo qualche secondo De Pau sposta il telefono e si inquadrano le scarpe che lo stesso indossa, dopodiché il telefono viene appoggiato oscurando la telecamera ma continua ad essere registrato l’audio e si sente entrare nella stanza l’altra donna cinese. Al minuto 1.09 si sentono rumori e la donna urlare fortemente, ma il suono giunge come soffocato, entra l’altra donna che chiede ‘cosa fai a lei - scrive il gip - subito dopo si sentono le urla strazianti anche della seconda donna che viene aggredita, poi si sente prima il rumore di una porta che sbatte e poi il rumore più forte di un’altra porta, probabilmente quella di ingresso che viene aperta e dal minuto 2.41 si sente il rantolo di Xiuli Guo in fin di vita ritrovata agonizzante sul pianerottolo; dopo qualche minuto si sente la voce  del portiere e poco dopo dei soccorritori”. 

“La dinamica di quanto avvenuto all’interno dell’appartamento di via Riboty, scrive il giudice, è pienamente provata dal contenuto dei video rinvenuti nel telefono cellulare dell’indagato e smentiscono integralmente la versione dallo stesso fornita circa la presenza di un presunto uomo armato che avrebbe aggredito le due donne e minacciato lui con una pistola. I video infatti non solo documentano l’aggressione da parte dello stesso indagato ma anche l’assenza di qualsiasi altro soggetto all’interno dell’appartamento, come preteso dallo stesso indagato che aveva fatto mandare via tutti i clienti per rimanere solo con le due donne”.

Omicidio Prati, il Gip: "Delitti efferati e brutali, De Pau senza freni inibitori"

“Contrariamente a quanto sostenuto” da De Pau, “circa il suo stato di confusione e di non ricordare nulla”, tutti gli elementi raccolti “fanno presumere che fosse pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni delle tre donne”, si legge ancora nella custodia cautelare firmata dal gip Mara Mattioli. 

“La estrema gravità dei fatti commessi in un brevissimo arco temporale ai danni di tre donne durante la consumazione di rapporti sessuali, la particolare efferatezza e brutalità dei tre omicidi, due dei quali addirittura ripresi in diretta dall'indagato”, scrive il gip, insieme “ai precedenti da cui lo stesso è gravato, appaiono sintomatici di una personalità particolarmente violenta, aggressiva e priva di freni inibitori e inducono a ritenere elevatissimo, attuale e concreto il pericolo di reiterazione di reati della medesima specie”.

“Sussiste altresì il concreto pericolo di fuga tenuto conto della condotta successivamente, posta in essere dall'indagato come sopra specificata, nonché il pericolo di inquinamento probatorio potendo l'indagato, contattare persone a conoscenza dei fatti ancora da escutere (tenuto conto che dopo i fatti sono stati coinvolti una serie di soggetti appartenenti al mondo della prostituzione) ovvero sottrarre elementi di prova fondamentali ai fini di una compiuta ricostruzione dei fatti, avendo già occultato l'arma con la quale ha ucciso le vittime”, conclude  il gip.

Omicidio Prati, la telefonata della sorella di De Pau ai Carabinieri 

Oltre ai due video nell'ordinanza del Gip spunta anche la chiamata che la sorella di De Pau, Francesca, fece ai carabinieri. "Sono la sorella di Giandavide De Pau... allora... le spiego... mio fratello è sparito da ieri, sotto l'uso di sostanze, completamente fuori di testa, una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze... L'ho sentito questa notte e parlava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie". "E che le ha detto signora?", chiedono i militari dell'Arma. "Mi ha detto che c'era sangue, perché quella stava nel letto, perché poi c'erano i servizi segreti, perché poi lui diventa matto quando fa uso di sostanze. Dice c'era sangue, non so se sono stato io... io non mi ricordo niente", spiega la donna riportando ai carabinieri la conversazione con il fratello.