Cronache
Previsioni meteo, allarme ciclone Golia: rischio alluvioni e neve copiosa
Qualche segnale di cambiamento del tempo nel corso della prima settimana di febbraio era nell'aria, ma l'evoluzione modellistica era ancora abbastanza incerta. Negli ultimi aggiornamenti, tuttavia, un po' tutti i modelli matematici, compreso quello prestigioso europeo di Reading, evidenziano, per la fase 4/6 febbraio, un primo possibile impulso di aria relativamente fredda nordatlantica verso il Mediterraneo centrale. Sarebbe la conseguenza di una crescente concentrazione di vorticità sull'Artico europeo, segnatamente in prossimità della Scandinavia, la quale andrebbe via via a incidere sull'alta pressione che, nel frattempo, è già presente sul Centro-Sud Europa. Un'opera di corrosione graduale, nel corso dei prossimi giorni, che potrebbe sfociare, intorno alle date indicate, in un primo affondo più consistente verso il nostro bacino e a carattere anche relativamente freddo. Vediamo con quali conseguenze secondo gli ultimi dati, ma parliamo solo di possibilità evolutive.
Come visibile nell'immagine qui sopra, lo strappo si manifesterebbe meridiano con asse sul Mediterraneo centrale. Una temporanea alta pressione su Ovest Europa e fino al Regno Unito, fungerebbe da spalla alla discesa rapida di un fronte relativamente freddo di provenienza subpolare marittima e indirizzato giusto nel mezzo del Mediterraneo. Sempre secondo la traiettoria ricavabile dagli ultimi dati, l'azione piuttosto rapida del vortice, dovrebbe seguire una evoluzione Nord-Sud. Intorno al 4 febbraio potrebbe scavarsi un minimo veloce sulle regioni settentrionali, con piogge diffuse e neve a quote medio-basse, specie su Alpi e Prealpi centro-orientali e sul Nord Appennino. Occasione per neve anche in pianura, specie su Emilia Romagna, con neve fino a Bologna. Nel corso della notte del 5 febbraio il minimo rapidamente scenderebbe verso Sud, portando piogge diffuse e nevicate a quote medio-basse il Appennino. Neve sulle colline marchigiane, abruzzesi, umbre, anche su quelle orientali toscane. Il 5 neve su Abruzzo, Molise e Appennino campano, Lucano, Gargano, poi calabrese. Se si realizzasse la struttura così come è proposta oggi, si tratterebbe di un peggioramento veloce, che si compirebbe nel giro di 48/64 ore, ma piuttosto sostanzioso come effetti, specie i termini di intensità delle precipitazioni.
Al momento le indicazioni sono in questo senso, ma mancano ancora molti giorni. La traiettoria potrà subire modifiche anche sostanziali, con fenomeni di minore effetto sull'Italia. Resta, tuttavia, un'indicazione più concreta e soprattutto univoca data dagli ultimissimi aggiornamenti dei modelli, per cui vale la pena rappresentarla come possibile.
fonte: ilmeteo.it