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Cronache
Purgatori: il tumore e le 3 diagnosi diverse. "Ci fu una lite tra i medici"

I dubbi sul tumore e la morte di Purgatori

Continuano le polemiche sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. Repubblica ricostruisce le "16 settimane del calvario". Tutto comincia "quando Purgatori, su consiglio di un amico cardiologo, bussa alla porta di Villa Margherita, poco distante da casa sua. È qui che il 24 aprile scorso i medici lo visitano, lo sottopongono ad alcuni esami diagnostici: una tac e una biopsia". 

Poi "l’8 maggio, seguito da un oncologo, si rivolge alla Pio XI, un centro clinico privato sulla via Aurelia". Ad accoglierlo, scrive Repubblica, un consulente del Vaticano dal 1981 sotto le cui mani è passato anche papa Wojtyla. lui che il 9 maggio comunica a Purgatori una diagnosi nefasta: tumore ai polmoni con metastasi al cervello. Il giornalista si confida preoccupato con gli amici più stretti, come i registi Marco Risi ed Enrico Vanzina. Così, il 14 maggio comincia la radioterapia a Villa San Pietro. Eppure, pochi giorni prima era allo stadio, a godersi la sua Roma sconfiggere il Leverkusen in semifinale di Europa League".

Ma poi, continua Repubblica un altro medico, "sottopone Purgatori a nuovi esami e lo informa che le metastasi non solo non ci sono, ma non ci sarebbero mai state". Ma le sue condizioni precipitano: "l’8 luglio Purgatori arriva in ambulanza al pronto soccorso dell’Umberto I. Viene sottoposto a una tac senza contrasto che non evidenzia alcuna neoplasia ai polmoni. Perché? «I colleghi — spiega un medico — hanno registrato l’andamento della patologia in momenti diversi, prima e dopo la radioterapia che, con la sua efficacia, avrà determinato una regressione delle lesioni sia pure temporanea». Ma viene fatta una risonanza al cervello che descrive un cancro, una “carcinosi all’encefalo”. Le cellule tumorali ormai hanno raggiunto le due meningi. E con un tumore in questa sede normalmente si muore. In poco tempo".

Come riporta il Corriere della Sera, la famiglia ha diversi dubbi sulle cure. "Il quadro investigativo appare particolarmente complicato perché, nel fulmineo progredire della sua malattia, il giornalista aveva chiesto differenti pareri. «Gli esperti, alcuni veri e propri luminari, si erano divisi riguardo alla diagnosi di metastasi cerebrali formulata per la prima volta il 25 aprile, in maniera perfino clamorosa — riferisce la famiglia —. Negli ultimi tempi si sarebbe verificata una lite tra espertiriguardo airisultati di una Tac»".

 

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