Cronache
Ragusa, neonato abbandonato dopo 3 anni deve tornare alla madre naturale
La coppia di genitori in affidamento preadottivo ha fatto ricorso alla Corte Europea per contrastare quello che hanno definito "errore procedurale"
Ragusa, neonato abbandonato dopo 3 anni deve tornare alla madre naturale. La coppia affidataria ricorre alla Corte Europea
E' disperata la coppia di genitori in affidamento preadottivo il cui figlio di tre anni rischia di essere riconsegnato alla madre biologica a fine dicembre, per decisione della Corte d’Appello di Catania. La coppia, che imputa la decisione a una "catena di assurdi errori giudiziari", ha intenzione ora di fare ricorso alla Corte Europea.
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"Miele aveva solo 16 giorni di vita quando lo abbiamo preso in braccio la prima volta", racconta la mamma adottiva nel testo della petizione. “Il bambino era stato partorito in condizioni irriferibili e messo dalla madre biologica in una busta per la spesa", ha proseguito, “con il cordone ombelicale non clampato, e consegnato al padre biologico". Il piccolo è stato poi "abbandonato in strada, il padre biologico ha inscenato il suo ritrovamento", fino all'arrivo della Polizia e dell'ambulanza. "Miele è arrivato in ospedale in grave ipotermia e ipoglicemia", ha spiegato la madre, "ha rischiato la vita". Il piccolo, in assenza di riconoscimento è stato quindi dato in affido preadottivo che, quando concretizzato, impedisce "il riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica (articolo 11 L. 184/83 ndr) e non permette più nemmeno la revoca dello stato di adottabilità".
Eppure, a quanto emerso dalle carte, nonostante la madre biologica sia ancora sotto processo e il padre biologico già condannato per l'abbandono del piccolo, per un presunto errore procedurale, dopo 3 anni di vita con la sua mamma e il suo papà "Miele rischia di essere 'riconsegnato' alla donna che lo ha partorito e che è ancora sotto processo penale per concorso in abbandono di minore". Il decreto prevede come data di "rientro" il 28/12/23, con la possibilità "per i servizi sociali di avvalersi persino delle Forze dell'ordine per il ritiro coatto del piccolo da casa nostra", ha detto la madre. Il tutto “nel pieno interesse del minore”. Eppure, secondo i genitori “non c'è nulla in questa storia che sia nel miglior interesse del bambino". Nel frattempo è stata lanciata una petizione, con cui sono state raccolte già oltre 26 mila firme.