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Cronache
Reddito di cittadinanza, ecco i numeri: oltre 800 mila domande presentate
Foto: LaPresse

I numeri “curiosi” sul reddito di cittadinanza

“Sul fronte del reddito di cittadinanza ogni numero va preso con le molle e ci sono stime ufficiali che saranno certamente superate dai fatti”. E’ quanto affermano, calcolatrice alla mano, dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic, sindacato datoriale con 2.100 Caf e 550 sedi di patronato in tutta Italia, che ha gestito oltre 62mila domande di reddito di cittadinanza, circa l’11 per cento del totale transitato per i Centri di assistenza fiscale.

“Innanzitutto è prematuro compiere un’analisi sul numero ancora poco attendibile delle domande presentate – evidenziano dall’Unsic. “Lo stesso ministero del Lavoro ha fornito due cifre diverse: a fine marzo ha reso noto un primo dato di 853.521 domande relativo al primo mese di attività, numero commentato positivamente anche dal ministro Di Maio; l’8 aprile lo stesso ministero ha diffuso un secondo dato, aggiornato al 7 aprile, secondo cui le domande caricate dall’Inps sarebbero state 806.878, quindi di meno”.

 “Sempre il dicastero – continua la nota - ha quantizzato in ‘oltre 2,8 milioni’ le persone finora coinvolte, cioè ‘il 68 per cento dei potenziali aventi diritto alla misura’ (quindi circa 4,2 milioni, benché Di Maio avesse parlato di 5 milioni). In realtà tale platea potenziale è assai più ridotta: elaborando i dati Inps delle famiglie con Isee sotto i 9.360 euro, tetto massimo per richiedere il reddito di cittadinanza, i nuclei potenziali scenderebbero a circa 3,8 milioni, di cui 420mila in Campania (dato Inps). C’è poi l’incognita rappresentata dal numero di cittadini stranieri che possiedono abitazioni nel proprio paese d’origine, oltrepassando i 30mila euro di valore quale tetto massimo: molti di questi hanno già presentato domanda e rischiano di vedersela respinta a causa dell’adeguamento della legge, che ora richiede una certificazione rilasciata dai consolati. E’ questa una variabile oggi impossibile da quantizzare e che rischia di far scendere ulteriormente la platea dei potenziali beneficiari”.

Non può essere affidabile nemmeno l’attuale numero delle domande, diffuso dal ministero. Ad esempio, ci sono molti beneficiari del reddito d’inclusione che debbono aspettare la scadenza di questo strumento, anche sei mesi, per presentare la domanda per il reddito di cittadinanza. C’è poi la quota dei “single furbetti”, cioè coloro che hanno cambiato residenza per non risultare nucleo familiare, che potrebbero essere scoperti con il nuovo Isee Minori inserito nella manovra correttiva a fianco dell’Isee Ordinario e dell’Isee Corrente. Ed ancora ci sono i cosiddetti ‘scarti’, quantizzabili intorno al 3 per cento (erano 2.300 all’Unsic, oggi scesi a 1.995), cioè domande regolarmente presentate dai Caf, ma respinte dalla banca dati dell’Inps per dati incongruenti, ad esempio per problemi di comuni soppressi o accorpati, doppio nome, accenti, apostrofi, ecc.

Tutto ciò porta a due ipotesi: o hanno già presentato domanda almeno i tre quarti dei potenziali beneficiari, e in questo caso il reddito di cittadinanza avrebbe risposto pienamente alle attese, o c’è un surplus fisiologico di domande, che saranno poi respinte. Di certo la sicurezza nel divulgare cifre cozza con una realtà decisamente più complessa”.

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