Cronache
Roma, Divino Amore: i bambini rischiano di vedersi strappare via il calcio
I gestori della Virtus Divino Amore chiedono alle autorità ecclesiastiche di non "rubare" i sogni ai piccoli del quartiere, ma l'appello è inascoltato
Roma. Hanno scritto perfino un accorato appello a Papa Francesco affinché i bambini del quartiere Ardeatino non si vedano strappare via il calcio e guastare i loro innocenti sogni infantili. Sogni che in una periferia romana situata in mezzo al nulla sono spesso l'unica ragione per sperare in un futuro migliore.
Già, i solerti gestori della Virtus Divino Amore Calcio sono arrivati perfino a interpellare il Pontefice per giungere a una soluzione della spinosa controversia che, da qualche anno, li vede vittime innocenti di un kafkiano pasticcio burocratico e amministrativo. Dopo varie vicissitudini e diversi commissariamenti, il centro sportivo di proprietà della parrocchia facente capo al celebre santuario del Divino Amore nella Capitale rischia di cambiare gestione approdando nelle mani del CSI. Una scelta che per il quartiere Ardeatino significherebbe la morte del calcio dilettantistico, confinandolo a livello "parrocchiale" e distruggendo così i sogni dei tantissimi bambini che in questi anni hanno giocato nelle file della Virtus Divino Amore. Non stupisce quindi che, alla notizia del possibile avvicendamento alla gestione del centro, le famiglie dei piccoli giocatori si siano ribellate con partecipatissime raccolte firme e vivaci proteste.
E non è un caso: malgrado i tanti errori di amministrazione da parte dei vertici parrocchiali ed ecclesiastici, i gestori del centro sportivo hanno infatti mantenuto in questi anni un comportamento ineccepibile facendo della struttura un fiore all'occhiello per il quartiere nonché un polo di aggregazione sociale, utile a far crescere i bambini secondo valori e princìpi sani, promuovendo l'importanza dell'esercizio fisico e del rispetto per il prossimo sul campo da gioco e fuori. Con l'affidamento della struttura al CSI, sostengono gli attuali gestori della Virtus Divino Amore, tutto ciò finirebbe, e non solo il centro, bensì tutto il quartiere, ne risentirebbe gravemente. I piccoli giocatori e aspiranti tali, non più attratti da un calcio ridotto a piccolo passatempo "periferico", si rivolgerebbero ad altre strutture sportive in altri quartieri, e l'Ardeatino - già desolato e decisamente non a misura di bambino - sprofonderebbe ancor più nell'abbandono.
Oltre che al Papa, gli attuali gestori si sono appellati a cuore aperto alla Parrocchia e a diverse autorità clericali, senza tuttavia ricevere alcuna risposta. Oltre il danno la beffa, insomma, malgrado in questi anni siano sempre andati incontro a qualunque richiesta fosse loro rivolta da parte dei vertici ecclesiastici, rimettendoci spesso di tasca propria per riparare ai danni compiuti da una gerarchia scarsamente affidabile, con fughe di responsabili, menefreghismo e scelte errate.
Della vicenda si è interessata anche CasaPound, in primis il responsabile per la regione Lazio Mauro Antonini, già candidato governatore, che si è detto vicino alle istanze degli attuali gestori e pronto a schierarsi al loro fianco per difendere il diritto dei bambini dell'Ardeatino a perseguire i loro sogni.
La richiesta dei gestori della Virtus Divino Amore Calcio è semplicemente quella di non lasciar morire il calcio dilettantistico del quartiere e di far contenti i tanti bimbi dell'Ardeatino che sfuggono al degrado della periferia divertendosi e sviluppando il corpo e la mente in maniera sana in un ambiente sicuro e controllato scrupolosamente, sfuggendo così all'ozio o alla droga, e tenendosi lontani dai molteplici pericoli di oggi. Con la speranza, chissà, di essere notati durante una partita di campionato da un talent scout in grado di cambiare la loro vita.
Se è vero che salvare un bambino significa salvare il mondo, proteggere il sogno di un bambino dovrebbe essere la priorità delle istituzioni, a maggior ragione di quelle ecclesiastiche. E mentre i gestori si augurano che i vertici clericali del Divino Amore cambino idea, e in attesa di ricevere finalmente una risposta o una qualche reazione alle loro richieste, la loro battaglia per i bambini del quartiere continua senza sosta, con il sostegno incondizionato delle famiglie del quartiere e dei tanti che si sono presi a cuore questa assurda vicenda.