Cronache
Roma in lockdown: via Nazionale, la serrata. Così muore la Capitale d'Italia
di Valentina Renzopaoli
Roma in lockdown. Anzi peggio. Rispetto ad un anno fa, i negozi non sono solamente chiusi. Sono morti. E il 26 aprile, quando l'Italia tornerà in gran parte gialla, non riapriranno. Via Nazionale, una delle principali strade commerciali, è un cimitero di serrande abbassate e vetrine svuotate. Gli esercizi commerciali costretti a cessare l'attività si contano a decine.
Basta fare due passi da piazza della Repubblica al Palazzo delle Esposizioni, fino a via Quattro Novembre, a per rendersi conto della tragedia. La strada, semi deserta, è tappezzata di cartelloni lucubri che impacchettano le vetrine. Pacchi di lettere, posta e bollette sono a terra, dietro ai vetri, abbandonati.
“Fuori tutto” è il leit motive del lutto ormai consumato. Mentre privati e agenzie immobiliari tentano invano di riaffittare i locali che mese dopo mese valgono sempre meno.
Secondo i dati dell'Osservatorio Economico della Confcommercio di Roma, nei primi tre mesi del 2021, a Roma sono fallite il 18% delle imprese e il fenomeno dell'usura sta crescendo. Dietro l'angolo, il rischio che la criminalità organizzata, pronta a fare shopping, crei un vero e proprio “franchising criminale” utile a ripulire denaro sporco. Negozi di abbigliamento, bar, pub, gelaterie hanno abbassato le saracinesche. Sopravvivono solo i franchising di marche note ma i clienti sono sempre meno.
“Venire a lavorare qui è tristissimo – confessa la commessa di un negozio di abiti di marca, costretto a vendere tutto a prezzi stracciati – non so come faccia questo negozio a rimanere aperto visto che i clienti ogni giorno si contano sulle dita di una mano. Su questa strada non passa più nessuno. Via Nazionale è praticamente morta”.
Tra i defunti eccellenti, anche negozi storici, boutique di classe che attiravano turisti da tutto il mondo, come l'originalissimo “Anteprima” su via Quattro Fontane a pochi passi dal cinema, anche lui, ormai sbarrato.