Cronache

Sciopero scuola studenti bruciano fantocci Salvini e Di Maio

Sciopero scuola, studenti in piazza in tutta Italia. Di Maio: "Bene manifestazioni ma parliamoci". Salvini: "Studenti bruciano manichini? Denunciati"

SCUOLA: DI MAIO, BENE MANIFESTAZIONI MA PARLIAMOCI

"Venite qui, parliamoci, costruiamo insieme una nuova scuola".E' l'appello agli studenti del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio che su Fb premette che "le manifestazioni si devono fare sempre, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica, ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni". Rivolgendosi agli studenti il ministro precisa che "non è vero che tagliamo per la scuola e l'università" una notizia che "sta girando da giorni su tutti i giornali: io non voglio che ci dividano i giornali vediamoci per un confronto e parliamone". L'unica cosa, spiega il ministro, è "siccome c'erano soldi che non si spendevano per l'alternanza scuola-lavoro, perchè molti dirigenti e docenti si rifiutavano di mandare gli studenti a friggere le patatine da McDonalds e fare finta di fare alternanza scuola-lavoro, abbiamo preso una parte di quei soldi che non si spendevano e abbiamo scongiurato l'abbassamento degli stipendi agli insegnanti, una cosa che voleva fare il precedente governo".

TORINO: SALVINI, STUDENTI BRUCIANO MANICHINI? CHE SCHIFO, GIA' DENUNCIATI

"E poi saremmo io e la Lega a 'seminare odio'... . Questi 'democratici' studenti, coccolati dai centro a-sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica a scuola e magari di più attenzione da parte dei genitori. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa. Per ora sono stati identificati e denunciati. Ma, si sa, per loro è sempre #colpadiSalvini". Lo scrive su Facebook Matteo Salvini, ministro dell'Interno.

Sciopero scuola studenti bruciano fantocci Salvini e Di Maio

Migliaia di studenti sono scesi nelle piazze di tutta Italia al grido ''#Chihapaura di cambiare? Noi no!''. ''La mobilitazione non si arresta: non possiamo fermarci di fronte alla barbarie di questo Governo, che trascura l'istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci!''. Lo riferiscono Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi e Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Universitari.

"Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come 'cambiamento', per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni". Lo ha dichiarato, Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi.

"Il governo continua ad essere sordo di fronte alle necessità su cui da tempo, le studentesse e gli studenti di questo paese, chiedono una risposta. Diciamo no alle manovre di 'risparmio' sulla scuola che non prevedono ulteriori investimenti, come il taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, no a una visione limitata del ruolo dei giovani e dell'Istruzione nella società. Se il governo non ha paura di cambiare - conclude - lo dimostri investendo in istruzione".

"Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell'istruzione pubblica italiana, sull'Università non c'è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso ma solamente annunci e slogan che dimostrano una mancanza di visione prospettica sul tema. Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un'altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l'Università e che investa sulle giovani generazioni" afferma Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Universitari.