Cronache

Scuola: banchi anti-Covid “i meno inclusivi del mondo”, nemmeno “antisismici"

Mentre continua la corsa ai banchi del distanziamento fisico anti Covid, piovono critiche su questi, “protagonisti” in questa fase di pre-riapertura della scuola. Accanto a chi denuncia la spesa eccessiva, la tempistica inadeguata, l'inefficacia o l'inopportunità dell'investimento dal punto di vista ecologico ed economico, arrivano anche le osservazioni più specifiche di chi, per natura e per destino, ha un'attenzione particolare verso gli alunni con disabilità.

Inadatti a studenti Adhd, autistici o sovrappeso

“Chi ha ideato questi banchi non ha avuto esperienza con la più elementare forma di diversità, dimostrando l’empatia di un gamberetto killer”, afferma Jacopo Melio, giornalista, blogger e da qualche giorno anche candidato (Pd) alle Regionali in Toscana.

Vittime di questa mancanza di empatia sarebbero in particolare “bambini ADHD con deficit di attenzione e iperattività, che non riescono a stare fermi due minuti nemmeno su una sedia tradizionale, figuriamoci con le ruote; bambini con autismo; bambini sovrappeso”. Si domanda Melio: “Davvero vogliamo credere che un banco simile sia la vera innovazione, il reale progresso, che ci faccia stare più tranquilli? Ecco, se sarò eletto – si ripromette Melio - vorrei che il mio impegno come Consigliere regionale potesse servire anche a questo: a ricordare la necessità di mettersi sempre nei panni degli altri, osservando le cose da ogni angolazione possibile, perché non esiste un solo punto di vista. E per farlo non bisogna puntare a ciò che 'fa figo' ma a ciò che 'fa bene'. Lo devo a Sara, figlia della mia amica Rachele, e a quel 5% di bambini che non riescono a trasformare i loro deficit in “potenzialità”, conclude.

Una “trappola mortale” per chi ha problemi motori

A ricordare invece le esigenze degli studenti che hanno problemi motori, ma non tanto da dover stare in sedia a ruote, ci pensa Valeria Alpi, giornalista con disabilità del Centro documentazione handicap di Bologna e e caporedattrice di Bandiera Gialla. “Chi mi frequenta, o è uscito con me anche solo una volta, sa che non mi posso sedere ovunque – scrive sulla sua pagina Facebook - Ogni bar, ristorante, casa di amici, sala d'attesa, eccetera, subisce un'attenta valutazione della sottoscritta per capire se in quella determinata sedia o divano posso veramente sedermi senza rischi (e soprattutto rialzarmi) o se potrei avere bisogno di aiuto, e in quel caso l'analisi si estende a chi è con me e se ha la forza giusta per aiutarmi”.

La stabilità della sedia e del tavolo sono un elemento cruciale per le sue possibilità di alzarsi e sedersi senza fatica e senza rischi: “I miei amici sanno che quando mi rialzo devono tenermi fermo il tavolo, a volte anche la sedia, perché non avendo forza il mio unico modo per alzarmi è fare leva su oggetti che devono stare assolutamente fermi, perché se si muovono, traballano, sono troppo leggeri, io sono - per dirla in maniera raffinata - fottuta”.

Per Valeria e i tanti come lei, “questo banco è la trappola mortale più mortale che abbia mai visto. Il banco meno inclusivo del mondo! Sapete quanti alunni disabili non si potranno mai sedere su quel banco?”. Si riferisce, Valeria, ai tanti che “non usano la carrozzina ma hanno dei problemi motori che impediscono di usare questo banco”. E assicura: “Io, se mi sedessi in un coso del genere, volerei via, perché quando mi siedo mi butto di peso, perché senza forza non riesco semplicemente ad accomodarmi. E poi resterei lì tutta la vita – ironizza - senza potermi più alzare, dovreste venire a portarmi il cibo e magari una coperta per la notte. Diventerei un essere mitologico, metà donna e metà banco”, conclude.

In caso di terremoto, tutti sotto i banchi. Anzi no

Come se non bastasse, c'è un altro problema a cui nessuno pare aver pensato. Forse perché il ricordo del terremoto di Amatrice è stato definitivamente spazzato via dall'attualità del Covid, tanto che ormai la sicurezza pare sia solo quella sanitaria. Ci pensa allora proprio il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, a ricordare che esiste anche questo rischio. E' lui che domanda: “Azzolina e il governo hanno ragionato sulla necessità di formare in un mese i nostri ragazzi ad adottare misure di messa in sicurezza in caso di terremoto? L’INGV fino ad oggi ha consigliato, nella formazione che fa nelle scuole, di mettersi al riparo sotto il banco, il punto più vicino e più accessibile per bambini anche piccoli. E i piani di emergenza dei singoli istituti scolastici li indicano come possibile riparo”. E' evidente che i nuovi banchi non potranno più svolgere questa funzione, visto che per questi “non è nemmeno obbligatorio il freno sulle ruote. Aggiorniamo tutti i piani di emergenza evitando di mandare gli studenti in scuole con procedure non più attuali? - chiede allora Pirozzi - Formiamo nuovamente milioni di ragazzi ad agosto per cercare di metterli nelle condizioni di salvarsi la vita in caso di terremoto? Oppure forse il governo ha già pronto un piano che in trenta giorni o poco più adegui le scuole italiane a un livello di tenuta sismica che scongiuri questo rischio? Domandare è lecito, rispondere è difficile (Se non si hanno le competenze…)”.

Da "Redattore Sociale"

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