Cronache

Riforma scuola, rimane il gelo tra studenti e Pd

La Rete degli studenti medi ha avuto un incontro con il Partito Democratico sul ddl scuola. "Sull'onda della grande mobilitazione, che ha portato migliaia di studentesse e studenti in tutte le piazze del Paese, il Partito Democratico ci ha convocati ieri per una consultazione. Abbiamo accettato l'invito nonostante la mancanza di tempismo rispetto ai lavori parlamentari e alla vera consultazione e nonostante ci aspettassimo di essere ricevuti dal Miur, la sede piu' consona per discutere del provvedimento. L'esito e' stato del tutto insoddisfacente", commenta Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, "abbiamo ribadito ai vertici del Pd i motivi alla base della nostra mobilitazione e posto ancora una volta sul piatto tutte le criticita' del DDL Buona Scuola, le proposte e rivendicazioni che fin dall'inizio delle finte consultazioni del governo abbiamo avanzato".

Richieste che Irone riassume cosi': "rivedere l'articolo che trasforma la figura del preside in un manager; cancellare la norma sul 5X1000 e costituire un fondo nazionale e un'alternanza scuola lavoro di qualita' e con tutele reali; riforma dei cicli fondata sul biennio unitario e legge nazionale sul diritto allo studio, unico strumento in grado di garantire l'istruzione dell'obbligo in un Paese in cui l'abbandono scolastico e' sempre piu' alto. Inoltre la Rete - continua il suo portavoce - chiede con forza lo stralcio delle deleghe al governo in quanto evidentemente incostituzionali, e la cancellazione totale dello school bonus e della school guarantee, per un diritto allo studio che corrisponda a quello di cui parla la nostra Costituzione e non solo di pochi. Se governo e ministero, da cui attendiamo ancora una convocazione, non ascolteranno le nostre richieste, quella del 5 maggio sara' solo la prima di tante mobilitazioni", avvisa Irone. "Sono decenni - conclude - che la scuola italiana viene letteralmente massacrata e destrutturata pezzo per pezzo e noi non ci arrenderemo fino a quando le nostre richieste non verranno accolte. Basta parole: vogliamo una scuola buona per davvero".