Cronache
Sgarbi, quadri falsi autenticati. Chiamò i ministri ostacolando le indagini


Il critico d'arte rischia il processo per fatti risalenti al 2014. "Ero indignato. Ho contattato Pinotti, Gallitelli e il generale Mossa". Oggi c'è l'udienza
Sgarbi, quadri falsi autenticati. Chiamò i ministri ostacolando le indagini
Vittorio Sgarbi rischia il rinvio a giudizio per l'autenticazione di 32 quadri del pittore De Dominicis ritenuti falsi, inchiesta partita nell'estate del 2014. Oggi è fissata l’udienza preliminare in cui si deciderà se mandare a processo oppure prosciogliere. "Una totale invenzione dei pm — è la versione di Sgarbi — quelle opere sono capolavori e io le autentico come mi pare. De Dominicis è un artista concettuale, i suoi lavori sono fatti con la mente". Secondo la Procura, Sgarbi ha provato a interferire con l’inchiesta che lo riguardava. Quando il critico d'arte - si legge su Repubblica - è stato informato dell’indagine, si è attaccato al telefono e ha chiamato, nell’ordine: il comandante generale dell’Arma, la presidenza del Consiglio, due ministri, un generale di brigata. Telefonate di cui è rimasta traccia negli atti.
"Sì, - dice Sgarbi a Repubblica - ho chiamato Pinotti, Gallitelli e prima il generale Mossa, che guidava il Comando tutela patrimonio. Ero indignato, perché hanno messo in dubbio la mia competenza, senza neanche interrogarmi. Non era un tentativo di bloccare l’indagine, ma considero quei pm degli autentici fuorilegge". Alle undici di quella sera, Sgarbi viene avvertito: "Sai che oggi c’è stato un maxi sequestro?". L’ex sottosegretario berlusconiano è incredulo: "Chiamo il comandante generale dei carabinieri. Sgarbi compone poi il numero del centralino della presidenza del Consiglio a notte inoltrata. "Intento nella sua azione di influenzare le indagini, scrive il gip nell’ordinanza di arresto del 2018 per due membri della Fondazione, chiede di parlare col ministro della Difesa".