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Cronache
Sinfonica di Palermo, scontro totale con Venezi. È caccia ai "ribelli"

Sinfonica di Palermo, caccia ai "ribelli" della direttrice Venezi

Parte la caccia ai ribelli. Dopo l’ammutinamento in cui gran parte della Sinfonica di Palermo ha scelto di non guardare la direttrice Beatrice Venezi perché la bacchetta risultava, secondo alcuni, scoordinata rispetto alla partitura, ora la parola d’ordine è prendere le distanze rispetto al gruppo di “ribelli”.

Infatti, come riporta Repubblica, i sindacati Libersind e Uilcom hanno bacchettato le dichiarazioni alla stampa di quei musicisti “ribelli”. Poi, il sovrintendente Andrea Peria martedì pomeriggio è piombato nella sala del Politeama durante le prove: il sovrintendente della Foss cercava un faccia a faccia con gli orchestrali, dopo che alcuni di loro si erano schierati apertamente contro la direzione di Beatrice Venezi, giudicata “incoerente con l’esecuzione musicale”.

La notizia del malcontento era appena uscita sul sito di Repubblica, scatenando un terremoto che ha fatto tremare i piani alti della Foss. Peria vuole vederci chiaro, isolare i “ribelli”, chiedere una smentita delle dichiarazioni al veleno, ricompattare l’orchestra. E mettere a tacere una volta per tutte le critiche contro la consulente del ministro della Cultura, candidata alla direzione artistica della stessa Sinfonica.

L’atmosfera è tesa. Sì, perché le perplessità artistiche sul lavoro di Venezi non riguardano certo una minoranza sparuta di musicisti. Le pressioni sono tante e i primi segnali dai vertici sono stati lanciati. E allora gli stracci volano al bar. Quando parlano tra loro, seduti davanti a un caffè, gli orchestrali non fanno un mistero che a volte le cose appaiono diversamente da come sono in realtà. Che Venezi non sia un fenomeno sul podio, a sentire uno di loro, sarebbe come il segreto di Pulcinella nel mondo della musica. Tutti lo sanno, ma nessuno - o quasi - lo dice.

Peria conferma tutta la sua solidarietà e stima a Venezi, la sigla sindacale Uilcom sottolinea che “il potere di protestare artisticamente un direttore è appannaggio della spalla e delle prime parti, insieme alle file” seguendo una procedura precisa. Della serie, i panni sporchi si lavano in casa.

Resta il modo con cui l’intera orchestra ha espresso il suo dissenso: nessuno degli orchestrali, scrive Repubblica, ha battuto i piedi sul palco per salutare l’uscita di scena della direttrice, riservando il tributo “sonoro” solo al violinista serbo Stefan Milenkovich. Qualcuno, tra gli spettatori, avrà anche notato che gli orchestrali hanno tenuto per quasi un’ora e mezza di concerto gli occhi bassi sugli spartiti senza quasi mai alzare lo sguardo verso Venezi: una scelta precisa, secondo una sorta di “piano” concordato, per non incorrere in errori.

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