Cronache
Siri, Conte pronto a "dimetterlo". Sms e mail svelano i rapporti con Arata
Siri deposita una memoria dai pm. Intanto emergono sms e mail sui rapporti tra il sottosegretario e Arata
Giuseppe Conte ha pronta la proposta di revoca di Armando Siri da far firmare al Capo dello stato a meno che il sottosegretario non si dimetta nelle prossime ore. In ogni caso, a meno di colpi di scena dell'ultima ora, il governo non cadra' per questo. Anche se nulla, probabilmente, sara' piu' come prima. Luigi Di Maio e Matteo Salvini si avviano al Consiglio dei ministri, dove il premier annuncera' formalmente le sue mosse, armati fino ai denti. E al termine di una vigilia che, sull'onda delle inchieste che scuotono la politica, li vede impegnati nell'ennesimo, durissimo, botta e risposta.
Siri, Conte pronto a dimetterlo: Gli sms con Paolo Arata
Nel frattempo dalle indagini emergono decine di sms, chat e mail tra Paolo Arata e Armando Siri. Colloqui acquisiti agli atti dell’inchiesta, scrive il Corriere della Sera, e in parte contestati ieri all’imprenditore durante l'interrogatorio dei pm. I messaggi, scrive il Corriere, proverebbero il "rapporto consolidato" che li lega, ma secondo i pm dimostrano come il politico fosse pronto a soddisfare le richieste dell’amico e dunque a favorire i suoi affari. Una contestazione che Arata ha respinto rispondendo per oltre tre ore alle domande dei magistrati: "Mai pagato Siri". Secondo la linea difensiva, Arata si sarebbe limitato a fare da portavoce di un interesse collettivo per il Consorzio del minieolico solamente perché conosceva Siri.Siri,
Conte pronto a dimetterlo, Siri davanti alla Procura
E questa mattina, prosegue il Corriere, mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe comunicare al Consiglio dei ministri la sua revoca dal governo, Siri potrebbe presentarsi in Procura per rendere dichiarazioni spontanee e depositare una memoria. Nel frattempo saranno aperti i cellulari e i pc sequestrati ad Arata e al figlio per ricostruire tutti i contatti e le conversazioni dell'imprenditore nel caso giudiziario che mette a rischio la tenuta del governo.