Cronache
Sparò e uccise ladro di notte, assolto in Appello l’oste 73enne: l'intervista
Nel 2017, in una colluttazione di notte uccise un ladro nella sua trattoria. Tornasse indietro cosa farebbe oggi? L’oste Cattaneo ad Affari. “L’istinto...”
Assolto il ristoratore Mario Cattaneo che uccise un ladro durante una rapina. Lo abbiamo sentito
Per l’accusa c’era stato un eccesso. Ma non è andata a finire così. Dopo perizie balistiche e procedimenti di varia natura è stato assolto anche nel processo d’Appello Mario Cattaneo, l’oste di 73 anni del lodigiano che il 10 marzo del 2017 uccise, con un colpo di fucile, un ladro che si era introdotto di notte nella sua trattoria-tabaccheria al piano inferiore dell’abitazione. L’accusa aveva chiesto una condanna a tre anni per eccesso colposo di legittima difesa, la parte civile un risarcimento di 300.000 euro per i parenti della vittima, un ragazzo romeno di 28 anni. Nel secondo grado, la sentenza d’Appello dice che "il fatto non costituisce reato”. Anche in primo grado l’anziano oste era stato assolto per non aver commesso il fatto. Ancora scosso lo abbiamo sentito per Affaritaliani
Come si sente?
E beh, meno male è andata bene, dopo sette anni qui è stata ben dura. E' una situazione... ieri poi mi hanno veramente massacrato
Ah sì!? Ci spieghi meglio
Durante il processo, è stata dura. Purtroppo, può immaginare, perché sono stati sette anni di calvario, sette anni di tensioni, di pensieri, sempre, mai finiti, mai finiti.
Capisco
Il problema è che sei davanti all'incubo ed è un incubo perché non vedi mai la fine. Mi è toccato scrivere anche un libro per recuperare qualche soldo, ma…
Quanto avrà speso in tutti questi anni per difendersi?
Beh, non posso neanche dirvi queste robe qua, la cifra, perché è talmente assurdo… è una roba da non credere.
Un'ordine di grandezza, per far capire i lettori?
Non posso proprio parlarne, mi spiace
Qualcuno dice che la giustizia è così: solo vivendola sulla propria pelle si capisce come funzioni. E’ vero, secondo lei?
È proprio vero. Non pensavo. Bisogna esserci lì dentro, viverle queste cose qua, per capire cosa provi… altrimenti le persone non la capiscono mica. Capiti in mano, nelle grinfie, tra virgolette, di queste persone qui e non ti mollano più. Sì, non ti mollano più.
Nel suo caso però la vicenda ha avuto un'evoluzione con un’assoluzione, perché non è neanche detto che la ragione, se la si ha, si riesca a dimostrarla. Come si sente, d’animo, adesso?
Come mi sento? Devo ancora realizzare cosa sia successo. Devo tornare a cercare di vivere una vita normale, ricominciare da capo. Ecco, queste cose qui, perché quando stai per sette anni con quest'ansia, nel pensarci bene un attimo, devi realizzare di essere tornato normale, di fare una vita normale, senza più quei brutti pensieri, senza… Ecco. Vediamo ora un po' come va. Ci vorrà qualche giorno, adesso. Tra ieri sera e oggi, sono arrivate una marea di telefonate e con la mente devi sempre, sempre, tornare sulla vicenda. Voglio solo metterci una pietra sopra e non pensare più a niente.
Allora le chiedo l'ultima cosa. Conoscendo oggi l'evoluzione che c'è stata, i processi, tutti questi anni passati, il racconto dei media, tornasse indietro cosa farebbe ora?
Cosa farei? Queste cose qui sono cose che tu non scegli di fare, ti capitano tra capo e collo. E in certe situazioni poi subentra l'istinto che ti guida a reagire in una certa maniera. Io non posso dire: "Cavolo, mi vieni di fronte uno, durante il giorno, che comincia a menarmi e reagisco per difendermi". Ma di notte, quando ti svegli di soprassalto, ti allarmi, con i rumori, tu non riesci a connettere su quello che stai facendo. L'istinto ti porta a reagire in una certa maniera, ti guida lui e tu non ti rendi neanche conto di quello che stai facendo. Quindi, siamo sempre lì. Bisogna provarle queste situazioni, viverle, per conoscerne la drammaticità.
Cosa spera?
Spero di stare tranquillo e di mettermi sulla via giusta, senza incontrare più ostacoli. E che sia finita.