Cronache
Speleologa precipitata nella grotta (seconda volta in due anni), i compagni di spedizione: "Stava per fare una scoperta"
Il racconto di chi era con lei a Bueno Fonteno: "Non capita così spesso di mappare un percorso di tale ampiezza. Forza Ottavia, ce la farai anche questa volta"
Speleologa precipitata, le condizioni di Ottavia Piana e la ricostruzione della caduta
Ottavia Piana, speleologa di 32 anni, sabato è precipitata in profondità nella grotta Bueno Fonteno, sopra il lago di Iseo nella Bergamasca. Non si tratta di un episodio isolato, visto che la stessa donna nel luglio 2023 è rimasta intrappolata e ferita a 150 metri di profondità per due giorni sempre nella stessa grotta, vicino a dove si trova ora. Ora è una corsa contro il tempo per salvarla sebbene il suo morale sia buono. Pure la scorsa volta - riporta Il Corriere della Sera - per tirarla fuori dai guai si era mossa un’imponente macchina dei soccorsi. Ottavia rimase in quel labirinto sottoterra per 48 ore, riportando tagli e contusioni e tornando all’aperto con l’idea di tornare nell’Abisso, in gran parte inesplorato. Stavolta è andata un po’ peggio anche se i soccorritori sono ottimisti. E magari entro martedì potrebbero arrivare buone notizie. "È cosciente e collaborativa, un medico e un infermiere l’hanno stabilizzata", rassicurano Mauro Guiducci vicepresidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico e Corrado Camerino, soccorritore lombardo.
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Ottavia è stata la prima a scendere, raggiungendo lungo la via principale un luogo chiamato "Le fate". Da quel punto, poi, l’obiettivo era quello di spostarsi e mappare una nuova via: "Aveva trovato quel ramo la settimana scorsa, dopo aver liberato un "sifone" che era allagato", spiega Maurizio Finazzi, presidente dello Speleo Cai di Lovere a Il Corriere. Fino a oggi sono stati esplorati 36 chilometri di gallerie dell’abisso, ma "quelle ancora non mappate, probabilmente, sono anche di più. Ottavia — continua Finazzi - è un’istruttrice e una speleologa esperta — sottolinea Finazzi —. Ha esplorato anche altre grotte dalle parti di Lecco e dell’Arera".
Quella di sabato, a detta di chi ha preso parte alla missione, doveva essere un’esplorazione dalle dimensioni (e dall’importanza) notevoli: "Non capita così spesso di mappare un percorso di tale ampiezza — rileva Samuele Pendesini che faceva parte anche lui della spedizione —. Al dispiacere per le condizioni di Ottavia, si somma quello per ciò che è successo. Lei è un'esploratrice estremamente competente, sono convinto, tutti noi lo siamo, che ce la farà anche questa volta perché è veramente forte".