Cronache
Lavoro, "Stop licenziamenti fino al 31 ottobre. Riforme poi"
Il leader della Cisl Luigi Sbarra sottolinea l'urgenza per la tenuta occupazionale e sociale nel pacchetto lavoro sul tavolo al Governo
"Stop licenziamenti, da prorogare. E' prioritario rispetto alle riforme". Il segretario della Cisl sul pacchetto lavoro sul tavoro del Governo. "Contratto di rioccupazione? Proposta importante, anche per le donne".
Luigi Sbarra, il segretario generale della Cisl, sul pacchetto lavoro sul tavolo del Governo, sottolinea che da tempo è stato chiesto "un tavolo per parlare di riforme e invitiamo il governo a coinvolgerci anche sul Sostegni-bis. Ma nel testo deve entrare la proroga del blocco dei licenziamenti, per cui peraltro esistono già numerose deroghe: dopo un anno drammatico, con un milione di posti e 40 miliardi di euro di massa salariale andati in fumo, la necessità più urgente è contenere i rischi di tenuta occupazionale e sociale". "Serve la proroga del blocco dei licenziamenti per tutti - afferma Sbarra - almeno fino al 31 ottobre. Poi discutiamo del resto".
Il sistema degli ammortizzatori sociali - secondo il leader della Cisl - va ridisegnato. Vanno rilanciate le politiche attive del lavoro a partire dal fondo nuove competenze e dall’assegno di ricollocazione per accompagnare da un’occupazione all’altra chi rischia di perderla. "E tutto si regge su altri due pilastri fondamentali: un grande piano per la formazione e la crescita delle competenze dei lavoratori e lo sblocco degli investimenti pubblici, senza i quali quelli privati non partono. E senza investimenti non ci sarà ripartenza, il lavoro di qualità non si crea per decreto". Sul contratto di rioccupazione proposto dal Governo, Sbarra è possibilista. "Ci sembra una proposta importante, specie per giovani e donne. Lo stesso vale per il contratto di solidarietà e l’estensione del contratto di espansione, sono due strumenti che abbiamo sempre sostenuto".
"La transizione alla normalità è un processo che va governato insieme, nel segno della coesione e dell'inclusione sociale. Secondo fonti governative ci sono 500mila lavoratori a rischio nel 2021, che andrebbero ad aggiungersi al milione di disoccupati dell'ultimo anno. Non c'è settore che sia fuori pericolo, e non è sbloccando i licenziamenti che creeremo le condizioni di ripartenza".