Cronache
Strage Stresa, "Siamo solo tre ingegneri e dobbiamo controllare 217 impianti"
Parla il responsabile della manutenzione: "Nel test dell'agosto 2020 tutto era in regola. Non so spiegarmi il cavo spezzato"
Strage Stresa, "Siamo solo tre ingegneri e dobbiamo controllare 217 impianti"
La tragedia del Mottarone, costata la vita a quattordici persone che in una tranquilla domenica di relax salivano sulla funivia che da Stresa porta in montagna a quota 1500 metri, è ancora avvolta nel mistero. L'unico sopravvissuto, il bambino di 5 anni Eitan, è ancora in prognosi riservata ma per lui ci sono buone speranza di farcela. Si cerca di capire il perchè del crollo della cabina, l'ipotesi al momento più accreditata è quella dell'errore umano, con il forchettone del freno lasciato aperto. Ne è convinto uno dei responsabili della manutenzione. "Se il forchettone è stato utilizzato e poi non è stato tolto durante il normale servizio dell’impianto, è un errore. Un errore che inibisce l’azione del freno sulla corda portante" A spiegarlo a Repubblica è Ivano Cumerlato, ingegnere, dell’Ustif, l’Ufficio speciale trasporti e impianti fissi del ministero dei Trasporti, sede di Settimo Torinese. "È uno dei 217 impianti che seguiamo in Piemonte. E lo conosco bene perché l’ultima visita è stata fatta da me ad agosto del 2020. Un sopralluogo di quattro giorni, se non ricordo male. Comunque, il documento di via libera alla riapertura da parte nostra è stato rilasciato il 12 di agosto dopo aver svolto tutte le prove".
"Si tratta - prosegue Cumerlato a Repubblica - di interventi che facciamo per testare anche i componenti che vengono smontati e rimontati nelle cosiddette prove non distruttive. Per questo l’impianto non gira nei giorni di controllo. Abbiamo fatto anche la prova del finto taglio. Simuliamo un taglio del cavo traente, quello che ha il compito di portare a monte e a valle le cabine, per controllare la tenuta della fune portante e, soprattutto, il meccanismo e la tenuta dei sistemi di freno delle cabine. Non aveva dato nessun problema, tutto in regola. Siamo tre ingegneri. Sì, siamo rimasti in tre. A dicembre eravamo in quattro. E in tre dobbiamo sovraintendere e controllare 217 impianti. Corriamo un po’, ma cerchiamo di fare il massimo possibile. Certo, dieci o cinque anni fa eravamo di più e il lavoro era un po’ più tranquillo".