Cronache
Stresa, "Il freno d'emergenza non s'è attivato". S'indaga per omicidio colposo
La procura indaga per omicidio colposo plurimo per accertare le cause dell'incidente che ha visto spezzare le funi della funivia precipitata a Stresa
Da ore una pioggia battente cade su Stresa e sui resti della cabinovia del Mottarone dove ieri 23 maggio hanno perso la vita 14 persone, cnque famiglie distrutte, tanti giovani e due bambini tra le vittime. Le operazioni di recupero e di messa in sicurezza dell'area sono proseguite fino a tardi, adesso sull'area sotto sequestro e sull'impianto si attendono le decisioni della procura di Verbania che presto potrebbe affidare a una squadra di esperti i primi accertamenti irripetibili sul cavo trainante che si è spezzato e sul sistema frenante di sicurezza che non sarebbe entrato in funzione.
"Un cavo si è spezzato e il sistema d'emergenza non è entrato in funzione"
Presunti problemi sui dispositivi di sicurezza che potrebbero essere la causa della caduta della cabinovia, sebbene la manutenzione dell'impianto sembrerebbe in regola. Gli accertamenti riguarderanno anche la cabina di comando, la procura di Verbania che procede per omicidio colposo plurimo non vuole tralasciare nulla, a partire anche dallo studio della documentazione dell'autunno scorso sui controlli magnetoscopici. A breve la procura potrebbe procedere alle prime iscrizioni nel registro degli indagati per consentire gli accertamenti irripetibili che richiedono la presenza dei consulenti di parte.
Oltre alla rottura del cavo, l'inchiesta della Procura di Verbania dovrà quindi chiarire perché non ha funzionato il freno di emergenza della cabina. "Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema - spiega Matteo Gasparini, responsabile provinciale del Soccorso alpino, "la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato". La mancata attivazione del freno, spiega, "ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno".
Funivia precipitata a Stresa, le cause
Dalle prime analisi effettuate sulla struttura sembra che uno dei due cavi che sostenevano la cabina caduta nel vuoto si sia spezzato, mentre sull'altra fune avrebbe dovuto scattare un sistema di sicurezza a ganasce che però non è entrato in funzione. Dall'ultimo controllo, però, nel novembre 2020, tutto risultava in regola.
Come riportato da La Stampa, la responsabilità del buon funzionamento dell'impianto è del rappresentante legale, a seguire dell’ingegnere con la qualifica di direttore di esercizio e poi dell’azienda che ha certificato i controlli.
Gianpaolo Rosati, ordinario di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano che come perito si è occupato anche del Ponte Morandi, al quotidiano spiega: "Mi ha telefonato un collega che era sul posto: ha visto la fune traente partire via e impacchettarsi a fondo valle. Anche nelle foto le due funi portanti di andata e ritorno, fisse, su cui scorre il carrello, ci sono. Non ha ceduto la portante, sembrerebbe strappata la traente".
L'ipotesi è che si possa essere usurata, cosa che col tempo ma anche per le costanti torsioni e flessioni a cui è sottoposta. Ma sull’impianto frenante e i sensori d’emergenza i controlli sono più frequenti, eppure anche quelli non hanno funzionato.
Incidente sul Mottarone, le ipotesi
Secondo Rosati ci sono diverse ipotesi: "Per come sembra, tutto sta nel capire se la traente si sia strappata per un deficit di resistenza o perché l’argano l’ha sottoposta a uno sforzo superiore alle sue capacità. Immagini se si blocca la ruota a valle: quella a monte continua a tirare la fune traente in una prova di trazione come quelle che facciamo in laboratorio per romperla. E comunque sono solo ipotesi".
Nel sistema di trasporto a fune sono previsti tre tipi di cavi: quello traente, quello portante e quello di soccorso. I sistemi di sicurezza prevedono che in caso di rottura della fune traente, su quella portante scatti la chiusura delle ganasce bloccando l'impianto: questo però non è successo. Ed è il primo punto su cui gli inquirenti devono fare luce. La cabina della funivia è arrivata a cento metri dalla stazione di apporodo sul Mottarone, ma si è trovata senza forza trainante iniziando quindi a scivolare all'indietro fuori controllo.
L'azienda Leitner, che si occupa dei controlli all'impianto di sicurezza, ha fatto sapere che l'ultimo rilievo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre 2020 e "gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità".