Cronache
Suicidio Losito, i testimoni vip ai pm: "Rituali di magia nera nella villa"
Gabriel Garko: "Noi eravamo tutte pedine di Tarallo, lui decideva il bello e il cattivo tempo e se non si faceva come detto eravamo sotto ricatto psicologico"
Tra magia nera e pressioni psicologiche. Le ombre sul suicidio di Losito
"Noi eravamo tutte pedine di Tarallo, lui decideva il bello e il cattivo tempo e se non si faceva come detto eravamo tutti sotto ricatto psicologico. Voglio precisare che io quando andai da lui già nel 1992 a Roma ero gay e Tarallo mi diceva che dovevo nasconderlo assolutamente per la mia carriera di attore agli inizi. Mi indusse a lasciare un mio compagno dell’epoca senza impormelo ma conducendomi a tale decisione sulla base di quello che mi diceva ogni giorno circa la mia futura carriera. Mi diceva che facendo questo lavoro non potevo dire di essere omosessuale..."
Lo fa mettere a verbale Gabriel Garko, come riporta il Corriere della Sera, in merito alla vicenda che getta una nuova luce sul suicidio di Teodoro Losito nel 2019. "Dietro le quinte del suicidio dello sceneggiatore Teodosio Losito, affiorano passioni e rancori, delusioni e malinconie, fragilità e frustrazione", scrive ancora il Corriere. "Giovani leve della recitazione, maturi divi del piccolo schermo e officianti del maquillage totale raccontano (e si raccontano) agli investigatori che indagano su Alberto Tarallo, patron della società televisiva e, secondo l’ipotesi di alcuni — ma non i pm che hanno avviato verso l’archiviazione il reato di istigazione al suicidio — con un ruolo “morale” nell’impiccagione di «Teo» l’8 gennaio 2019 nella villa di Zagarolo".
Brigitta Valesch, estetista dei vip parla invece di presunti rituali di magia nera alla feste nella villa alle quali partecipavano diversi vip. "Teo mi confidò che aveva assistito in prima persona a dei “rituali di magia nera” fatti da Tarallo nel giardino nella villa di Zagarolo. In particolare mi raccontava che Tarallo la sera, quando vi era la luna piena, spesso si inginocchiava per effettuare delle invocazioni verso di essa". La difesa di Tarallo definisce "ciarpame" queste teorie raccolte dai magistrati.
Leggi anche: