Cronache

Terremoto tangenti in Rai, Mediaset, La7 e Infront: 44 indagati

Perquisite le sedi Rai, Mediaset, La7 e Infront di Roma, Milano e Napoli. L'operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma che indaga su un fascicolo d'inchiesta aperto dal pubblico ministero Paolo Ielo. Al centro delle indagini l'attività di un imprenditore, David Biancifiori, titolare di una società per servizi di supporto alle produzioni tv.  Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti della Procura di Roma, il manager avrebbe più volte pagato o reso favori per ottenere dei lavori. Nella vicenda sono indagate 44 persone, tra cui funzionari e dirigenti sia della Rai che delle emittenti private.

Il reato ipotizzato nei confronti di dirigenti e funzionari della Rai è quello di corruzione. Per i manager di Mediaset, La7 ed Infront è quello di concorso in appropriazione indebita. Titolare dell'inchiesta è il pubblico ministero Paolo Ielo. Il nome di David Biancifiori non è nuovo agli inquirenti: lo stesso imprenditore era stato arrestato ad aprile su mandato della Procura di Velletri per un caso di tangenti che portò all'arresto del Sindaco di Marino, un comune a pochi chilometri da Roma. Biancifiori, amministratore unico della Di.Bi. Technology, è molto conosciuto nel mondo dello spettacolo perché noleggia palchi e attrezzature per concerti e trasmissioni tv, era finito suo malgrado dall'altra parte delle telecamere quando pochi giorni prima il suo arresto venne intervisto dal programma televisivo Le Iene nell’ambito dell’inchiesta televisiva di Filippo Roma su tangenti versati a funzionari per la fornitura di servizi audio video per gli eventi della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Poco dopo l'intervista David Biancifiori, detto anche “Scarface” era stato arrestato su mandato della Procura di Velletri. Ora il nuovo scandalo che allargare a dismisura la portata del giro del malaffare investendo funzionari Rai e manager delle tv private.

TUTTI I COINVOLTI - Roberto Gasparotti e Giovanni Mastropietro, rispettivamente curatore dell’immagine e direttore della fotografia di Silvio Berlusconi quando era premier, avrebbero ricevuto “somme di denaro in contanti e altre utilita’” dai fratelli David e Danilo Biancifiori e poi da Giuliano Palci, Pamela Oliva e Lucia Mariotti, “espressione prima della ‘Di and Di Lighting and truck srl’ e poi della ‘Di.Bi. Technology srl’” dal 2009 al 2013. E’ quanto si legge nel decreto di perquisizione della procura di Roma notificato oggi agli indagati dalla Guardia di Finanza.

L’utilita’ per Mastropietro era rappresentata “dall’assunzione presso societa’ del gruppo Biancifiori dei nipoti Matteo, Alessandra e Daniela Rossi, del fratello Marco Mastropietro, della figlia Aurora e del nipote Alfredo Sallusti” mentre per Gasparotti “dalla consegna di un container e di un ciclomotore per la figlia”. In cambio i due dirigenti (all’epoca dei fatti) della Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbero compiuto atti contrari ai doveri del loro ufficio consistiti nella “violazione dei doveri di imparzialita’ della pubblica amministrazione in tutti i procedimenti cui erano interessate societa’ di Biancifiori” e nell’avallare “la sistematica emissione”, da parte della ‘Di and Di Lighting and truck srl’, poi della Di. Bi. Technology slr’, nell’ambito dell’esecuzione del contratto stipulato il 14 aprile 2009 per la fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione harware e di personale specializzato per il buon funzionamento delle tecnologie audio-video della presidenza del Consiglio dei ministri e per l’allestimento e l’organizzazione tecnica di eventi connessi all’attivita’ istituzionale del presidente del Consiglio dei ministri, “di fatture gonfiate negli importi o addirittura facenti riferimento a servizi mai espletati, poi regolarmente liquidate a beneficio delle suddette societa’”.

A Massimo Schettini, indicato dalla procura quale Responsabile Unico del Procedimento per l’espletamento della gara per la fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione hardware e poi Responsabile dell’Ufficio Eventi della Presidenza del Consiglio, sarebbe stato erogato invece “denaro in contanti” e altre utilita’ “come la consegna presso la sua abitazione di un pianoforte del valore di 6mila euro, di buoni benzina, di un Ipad e di telefoni cellulari” oltre al “rifacimento a spese di Biancifiori (tramite una delle sue societa’) dell’impianto elettrico dell’abitazione”. In cambio Schettini avrebbe apposto la propria firma di “regolare esecuzione dei lavori secondo il capitolato” svolti dalla azienda dell’imprenditore. Tra i beneficiari di somme e utilita’ “quali biglietti aerei e vacanze presso resort di lusso” c’e’ anche il generale Antonio Ragusa, che era Capo Dipartimento per le risorse strumentali a Palazzo Chigi. Secondo la procura, Gasparotti, Mastropietro, Schettini, Ragusa e David Biancifiori, “con collusioni e mezzi fraudolenti” avrebbero turbato questa gara indetta dal Dipartimento Risorse strumentali di Palazzo Chigi e vinta dalla ‘Di and Di Lighting and truck srl’ con stipula del relativo contratto il 14 aprile del 2009: una gara che – per gli inquirenti – “veniva totalmente pilotata, essendo invitate alla stessa solo le societa’ indicate da Biancifiori a Schettini, con l’accordo e l’avallo degli altri indagati”.