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Cronache
Covid-19, OMS: "Un vaccino magico non è realistico"

di Paola Serristori

 

È Mike Ryan, Direttore esecutivo del programma di emergenza sanitaria dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), impegnato da oltre sei mesi a far fronte alla pandemia di Coronavirus, ad avvertire: “Un vaccino magico non è realistico.” Una notizia che rimette in discussione i piani dei governi, che nella fase II del confinamento, quella attuale per intenderci, speravano nella cosiddetta immunità di gruppo: se almeno il 60 per cento della popolazione si è ammalata non si risolve l’emergenza Coronavirus. Gli sviluppi degli studi in corso hanno accertato che l’immunità acquisita da chi ha contratto il virus può cessare dopo soli 2-3 mesi.

Che fare?

Ryan ha aggiunto: “Se le persone dimenticano i gesti barriera il virus continuerà a circolare. I Paesi devono mantenere una forte sorveglianza: dobbiamo convivere con questo virus. Un magico vaccino non è realistico. Come può essere efficace, come distribuirlo sono domande che ci poniamo. La notizia positiva è che in molte nazioni il tasso di contagio è diminuito tramite un buon sistema di controlli ed isolamento.”

La ricerca scientifica procede con ritmi inusuali. Gli esperti si sono focalizzati sulle molecole conosciute, che non necessitano di test su sicurezza ed effetti collaterali. In Francia, è l’Istituto Pasteur leader delle sperimentazioni in corso. Bisogna trovare una buona terapia, prima che un vaccino.

Maria Van Kerkhove epidemiologa dell’OMS, esperta delle malattie infettive emergenti, sottolinea: “È in corso una collaborazione senza precedenti tra i laboratori, in Cina, Europa America, ovunque. Un nuovo modo di fare ricerca, di condividere i risultati. Le conoscenze avanzano ogni giorno, ma non sappiamo ancora come il virus agisce nell’organismo. Per ora è molto importante informare la popolazione sulla circolazione del Coronavirus. Ci sono persone che non possono stare a casa, lavoratori dei settori essenziali. Chi può deve stare a casa. Chi deve uscire indossi la mascherina e mantenga le distanze fisiche, lavi regolarmente le mani. Bisogna ricordarsi di ventilare l’ambiente chiuso. Tutti abbiamo un ruolo in questa battaglia di prevenzione e contrasto del Coronavirus.”

I progressi della conoscenza sul virus consentono di affermare che l’intervallo di tempo dall’avvenuto contagio ai primi sintomi è 5-6 giorni. “Allo stato attuale ci sono molte pubblicazioni sull’incubazione da parte di epidemiologi. Ci sono eccezioni, ma in generale questo è il lasso di tempo”, precisa Ryan.

Quando testare? Sul tema resta l’incertezza. Il margine di errore è del 20 per cento, ovvero falsi negativi che si rivelano positivi. In Francia l’Académie Nationale de Médicine, organo pubblico di consulenza scientifica, suggerisce l’alternativa del test della saliva, meno invasivo del tampone naso-faringeo. “La strategia del prelevamento naso-faringeo si dimostra efficace sino a che l’epidemia è allo stato attuale. In previsione di una seconda ondata di propagazione del virus – l’indice di contagio è in aumento in molti Paesi – un approccio complementare è quello di test sui campioni rappresentativi della popolazione, in ogni regione, in modo da conoscere sul terreno il livello di circolazione. Il test naso-faringeo richiede personale qualificato ed è fastidioso, motivo per cui i volontari convocati potrebbero rifiutarsi di partecipare al prelievo. La raccolta di saliva o di uno sputo, secondo la letteratura scientifica, permette di individuare una minore quantità di virus, più concentrato nelle vie nasali, ma il risultato del test concorda col tampone naso-faringeo. Il margine di errore è lo stesso, 20 per cento.

Sempre in Francia, tracce di Covid-19 sono nelle acque reflue, spesso usate per irrigare i giardini. Pratica oggi sconsigliata dalle autorità.

Gli esperti dell’ONU avertono che una nuova epidemia ai livelli dei mesi scorsi aggraverebbe irrimediabilmente lo scenario già devastante, sia in campo sociale che economico. “Madri, neonati, bambini ed adolescenti stanno perdendo il 20 per cento della loro salute e dei servizi sociali a causa del virus Covid-19 – dichiara la dottoressa Elisabeth Mason, co-preside del Comitato indipendente del Segretario generale dell’ONU (IAP) Every Woman, Every Child, Every Adolescent, che analizza gli effetti della pandemia su questi gruppi di popolazione –. Specialmente sono preoccupanti i cali all’accesso di vaccini salva-vita per bambini e servizi materni, poiché gli operatori sanitari sono stati mobilizzati nei servizi di emergenza per fare fronte ai casi di Coronavirus. Alle stime di 5,3 milioni i bambini sotto i cinque anni di età morti nel mondo prima della pandemia, vanno aggiunti altri 400 mila casi in questi mesi.”

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