Così Trump ha sconfitto i radical-chic della sinistra tartinosa
Donald dal Papa risponde alle critiche con il pragmatismo
I radical - chic nostrani sono riusciti a godere dopo un po’ di tempo che stavano a secco: secondo loro la visita italiana del Presidente Usa Donald Trump è stata una esibizione di gaffe e pacchianerie.
Invece quando c’era “lui” che non sarebbe Benito ma bensì Barack tutto andava bene (anche un premio Nobel per la pace appena eletto senza che avesse fatto nulla) seppure le macchinone fossero le stesse e i disagi per la città identici se non superiori (vista la tendenza agli avvenimenti mondani dell’ex coppia presidenziale).
Trump in realtà è più scaltro di quanto l’intellighenzia delle tartine al caviale internazionale, guidata dal New York Times e dal Washington Post, pensi.
Infatti, mosso da un sano pragmatismo il tycoon ha cominciato a comparire sullo scenario mondiale dopo diversi mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca e, soprattutto, lo ha fatto con discernimento tattico - strategico iniziando cioè dagli alleati come l’Arabia Saudita e Israele e riconoscendo inoltre, con la tappa di Roma prima ancora che di Bruxelles, il ruolo anche politico delle religioni tra cui quella cattolica per molto tempo negletta dalla casa Bianca di Obama.
Certamente la moglie di Trump non è Michelle, grassoccia e sovrappeso, sempre alle prese con improbabili diete vegetariane e orticelli sulle rive del Potamac ed anche questo aiuta e non per niente Papa Francesco, che da giovane è stato anche buttafuori in quartieri malfamati di Buenos Aires, ed è quindi “uomo di mondo”, ha fatto lo spiritoso con lei.
Nel frattempo Obama se ne stava con la moglie in un resort milionario in Toscana a giocare a golf, con tanto di macchinone, scorta e addirittura 6 aerei caccia per la sua sicurezza sebbene sia ormai un privato cittadino solo in cerca di soldi per rimpinguare il giù ricco portafoglio.