Cronache

Tumore al pancreas, c'è la svolta? Segnali molto incoraggianti da Torino

di Redazione

Azzerata la mortalità a 30 giorni dall’intervento

Tumore al pancreas, la frontiera del San Giovanni Bosco: azzerata la mortalità a 30 giorni dall’intervento. Segnali incoraggianti sul fronte di un tumore terribile

Segnali incoraggianti sul fronte di un tumore terribile, che molto spesso non perdona. Parliamo del tumore del pancreas - circa 900 nuove diagnosi in Piemonte, oggetto del recente congresso di Chirurgia organizzato dalla Chirurgia Generale 2 dell’Ospedale San Giovanni Bosco dell’Asl Città di Torino, centro di riferimento per la chirurgia pancreatica in Piemonte diretto dalla dottoressa Tiziana Viora. Diversi i temi affrontati nella quinta edizione: innovazione della tecnica chirurgica anche robotica, prospettive future di diagnosi e cura, analisi dei dati di attività relativi alla chirurgia pancreatica in Piemonte.

Nell’occasione, ed ecco la buona notizia come si legge su www.lastampa.it, sono stati presentati i dati recentemente pubblicati dal PNE, Piano nazionale esiti, che evidenziano gli ottimi risultati, soprattutto in termini di azzeramento della mortalità a 30 giorni per i pazienti operati dal Pancreas Group del San Giovanni. L’analisi statistica a cinque anni è in corso e per il momento non ci sono dati validati.

La seconda buona notizia, da cui dipende la prima, è la messa a punto di una nuova tecnica chirurgica: prevede l’asportazione più radicale del tessuto peritumorale, la preservazione di tutto lo stomaco, l’accesso all’addome attraverso ho una piccola incisione mediana di circa 18 centimetri oppure attraverso l’utilizzo del robot da Vinci. In aggiunta, l’impiego di fili di sutura di calibro molto esiguo, un decimo di millimetro.

«La chirurgia del pancreas è molto complessa e gravata, per la sua intrinseca difficoltà, da elevati tassi di morbilità e di mortalità perioperatoria e post-operatoria. - commenta la dottoressa Viora, che al suo attivo ha più di 600 interventi pancreatici come primo operatore o come tutor -. Per questo, è importante che il trattamento chirurgico di tale patologia sia concentrato presso i Centri che, per expertise e capacità organizzativa, mostrano i migliori standard quali-quantitativi».

A fare la differenza, anche in questo campo, sono la competenza e la tecnologia. «La recente introduzione del robot chirurgico da Vinci presso l’ospedale ha aperto nuove frontiere nella terapia chirurgica miniinvasiva del tumore del pancreas – sottolinea, non a caso, Carlo Picco, direttore generale Asl Città di Torino -. I risultati ottenuti confermano la bontà delle scelte intraprese, la validità del modello organizzativo e le competenze possedute dal gruppo diretto dalla dottoressa Viora».