Utero in affitto e stepchild adoption Bagnasco: "Non esiste diritto ai figli"
Maternità surrogata: Costa, Parlamento non vuole adozioni gay
Utero in affitto e stepchild adoption Bagnasco: "Non esiste diritto ai figli"
"Il desiderio legittimo che ognuno puo' avere, non deve mai diventare necessariamente un diritto". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in merito alla decisione della Corte d'Appello di Trento che per la prima volta ha riconosciuto in Italia a due uomini la possibilita' di essere considerati padri di due bambini nati all'estero grazie a maternita' surrogata. Il cardinale, in un'intervista al Tg1 diffusa anche dal Servizio Informazione Religiosa, ha ricordato che "il bene dei bambini richiede, secondo il buon senso universale, il papa' e la mamma, quindi una famiglia, dove il papa' e la mamma si integrano con armonia ed efficacia per il bene e per l'amore dei propri bambini".
UTERO AFFITTO: PATRIARCA "ABBIAMO LEGGE CONTRO SURROGATA"
"La sentenza di Trento mi lascia davvero perplesso. Anche a livello europeo si e' piu' volte detto no alla maternita' surrogata, e invece in Italia questa nei fatti viene approvata attraverso un tribunale". Lo afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca. "E' chiaro che bisogna tutelare il minore, ma questo non puo' voler dire che la maternita' surrogata sia un diritto. E' questa una pratica che nega appunto il diritto di ogni bambino ad avere una madre e un padre - continua Patriarca -. Una legge l'abbiamo, e non prevede ne' la stepchild adoption ne' la surrogata".
Maternita' surrogata: Costa, Parlamento non vuole adozioni gay
"Su temi eticamente sensibili come eutanasia, biotestamento, stepchild adoption, il refrain che ascoltiamo in queste occasioni da una parte dei media e' 'il Parlamento e' inerte'. Per favore, finiamola di dire che, se non si fanno le leggi gradite a certi opinionisti e commentatori, il Parlamento e' inerte". Lo ha detto all'Huffington Post il ministro della Famiglia, Enrico Costa. "Le leggi ci sono - ha spiegato - ma va di moda evocare inesistenti vuoti normativi, accusando la politica di non averli colmati, talvolta per giustificare acrobazie interpretative della giurisprudenza. Quella del Parlamento, su alcuni temi non e' inerzia, ma una presa di posizione ben chiara. Il legislatore puo' cambiare le proprie scelte, ma se non ritiene di farlo si puo' non essere d'accordo ma bisogna rispettarne l'orientamento". "Invece in molti alimentano un equivoco di fondo: chi non muta orientamento su determinati temi sensibili e' perche' non vuole assumersi responsabilita'. Invece - ha concluso - si assume esattamente la responsabilita' di non aprire il campo a pratiche che non condivide".