Cronache

Vaccini: rottura medici di base-Zingaretti. Colpa degli hub e della propaganda

L'accusa di Fimmg Lazio: "In 4 mesi negli hub vaccinato lo stesso numero di persone vaccinate dai medici di base per l'influenza. Così si privatizza la sanità"

La Regione Lazio aumenta gli hub, e lascia i medici di base ai margini del campo vaccinale. Poche dosi, non per tutti...“. Così la Fimmg Lazio commenta la situazione dei vaccini presso i medici famiglia del Lazio, paventando una rottura storica con il presidente Nicola Zingaretti.

“Ormai più che una necessità dettata dall’emergenza appare una scelta politica, dirompente per la categoria  e profondamente sbagliata. In Germania in un solo giorno sono state vaccinate un milione di persone, 730mila dai medici di medicina generale, 270mila negli hub. E’ la marcia del buon senso, che marca i limiti dell''hubbite'". Così dice la nota della Fimmg, sigla che raccoglie una parte dei medici di medicina generale del Lazio. 

E d'altra parte, la differenza nel trattamento dei vaccinandi tra hub e ospedali storici salta all'occhio e si può spiegare facilmente con una parolina: visibilità. Un conto è sfilare a favore di telecamere nella struttura della Nuvola di Fuksas all'Eur, o dell'Auditorium Parco della Musica ai Parioli, con la loro magnificenza e le loro primule di arcuriana memoria. Quelli sono edifici ampi, nuovi e poco utilizzati nei quali non è impossibile allestire un hub vaccinale che brilli come una pietra preziosa. I normali nosocomi invece funzionano sempre e per molti scopi: e far vedere come forse non è la migliore delle idee. Ed ecco perché la Regione soffre, come dice la Fimmg, di "hubbite": anche gli studi dei medici di base, per quanto efficienti, non possono offrire granché in termini di... comunicazione. Ma questo è un "tema che riguarda il Lazio e l’intero paese. Tenere i medici di medicina generale in panchina è scelta presbite e miope. Facciamo notare che in quattro mesi negli hub è stato vaccinato lo stesso numero di persone vaccinate dai medici di base per l'influenza, in meno di due mesi. - continua Fimmg - Se ci fossero fornite ogni giorno una dose di Pfizer (6 dosi) o una di Moderna (10 dosi) o Johnson&Johnson (10 dosi) o AstraZeneca (11 dosi), saremmo in grado di fare da 270mila a 300 mila vaccinazioni ogni settimana, garantendo oltre da un milione a un milione duecentomila dosi in un mese. Così si accorcerebbe  il tempo verso l'immunità di gregge. Diversamente si rischia di arrivare a settembre senza aver ancora finito il primo ciclo e probabilmente bisognerà procedere con i richiami. Da mesi si declama la centralità del medici, da mesi ognuno di noi è lasciato a gestire le rimanenze di magazzino. Si preferisce puntare su sistema centralizzato portato agli estremi che convoglia il cittadino non verso il punto più gradito, ma verso chi ha i vaccini".

E questo anche se, secondo Fimmg, "la stragrande maggioranza della popolazione preferirebbe fare il vaccino nello studio del proprio medico piuttosto che la vaccinazione da tempi moderni di Charlie Chaplin. Ad oggi tutte le intese siglate con la medicina generale, e le rassicurazioni di garantire ai medici un flusso costante di vaccini sono saltate". Poi un'accusa pesante: "Mentre i medici sono all’angolo, questa gestione dell’epidemia Covid sta arando il terreno alla privatizzazione del sistema sanitario. Già oggi un cospicuo flusso di denaro contante si trasferisce, per esempio con i tamponi a 22 euro, dalla tasche dei cittadini a quelle di operatori privati come farmacie laboratori e cliniche private. A breve lo diventeranno le analisi per verificare il grado di copertura del vaccino. L’epidemia per molti è un dramma, per alcuni un affare. Per noi una estenuante ed umiliante questua giornaliera alla ricerca delle dosi necessarie e richieste. Chiediamo di passare dalle intenzioni alla possibilità di avere il quantitativo di vaccini necessario. Di incentivare come si è fatto fino a poco tempo fa, un clima di reciproca fiducia, capace, vedi l'esperienza tedesca, di fare i numeri necessari per uscire definitivamente dall’emergenza. Diversamente si dovrà prendere atto di aver scelto la strada di una rottura storica , dei rapporti tra medicina generale e regione Lazio.” Bum. Qualcuno è in ascolto in via Cristoforo Colombo?