Cronache

Vaccino Oxford-Pomezia, si accelera sulla sperimentazione

Il vaccino di Oxford per combattere il Coronavirus è sempre più concreto. Decisa accelerazione del processo produttivo, così l'Italia e l'Europa vedono avvicinarsi l’arrivo delle prime fiale contenenti il vaccino anti-Covid.

AstraZeneca sta accelerando il programma di sviluppo clinico globale comprimendo i tempi, lavorando in collaborazione con Oxford e gli enti regolatori di tutto il mondo e condividendo i dati su base reale. I Trial sono passati dalla fase I/II alla fase III in alcune settimane (piuttosto che in alcuni mesi) e lo sviluppo clinico è tuttora in corso.

La conclusione della sperimentazione di fase III nel Regno Unito si prevede sarà terminata dopo l’estate (presumibilmente tra la fine settembre e ottobre), mentre i risultati delle sperimentazioni più numerose, attualmente in corso in altri Paesi, si avranno al più tardi questo autunno. Qualora il vaccino funzioni, Astrazeneca si è impegnata a renderlo disponibile ai cittadini europei verso la fine dell’anno. 

Con un grande dubbio che attanaglia i Paesi investitori, come si legge sul Fatto Quotidiano: serviranno una o due dosi per ciascun paziente? Il problema è che gli scienziati britannici non sono ancora in grado di dire se per ogni persona vaccinata serviranno una o due dosi e se, nel secondo caso, fra la prima iniezione e il richiamo dovranno passare 28 giorni. “È un aspetto da capire – spiegano dalla casa farmaceutica –perché va a influenzare la mole di produzione”.

La contrazione delle tempistiche è agevolata dalle “manleve” che la Commissione Ue ha inserito nei contratti con i produttori, con un indennizzo a copertura di eventuali responsabilità civili. AstraZeneca ha comunicato che venderà il vaccino al prezzo definito “democratico ” di 2,50 euro a dose. La Commissione europea ha prenotato 300 milioni di fiale, più altri 100 milioni “opzionali”: di queste, 74 milioni finiranno al governo italiano che ha già impegnato 185 milioni di euro. L’investimento totale a livello comunitario è di 1 miliardo di euro, più di un terzo dei 2,7 miliardi messi a disposizione per l’acquisto dei vaccini.