Cronache
Vaccino Scanzi, nelle intercettazioni i medici si augurano la morte di Giletti
La procura di Arezzo ha chiesto l'archiviazione per il caso della "fila saltata" da parte del giornalista Andrea Scanzi
Vaccino Scanzi, "Dissi a Usl che volevo vaccinarmi senza rubare posto a nessuno"
Andrea Scanzi, preso a verbale, sottolineò al medico Evaristo Giglio della Usl di Arezzo, con il quale fu messo in contatto dal suo medico curante, la "disponibilità ad essere sottoposto alla vaccinazione sempre nel rispetto delle regole e senza rubare il posto a nessuno, e comunque nell'ambito della gestione degli avanzi di dosi".
Dal verbale visionato da Adnkronos emerge che Scanzi chiese al suo medico curante Roberto Romizi di potersi vaccinare, rappresentandogli "il fatto che viaggiando molto e frequentando luoghi affollati", aveva "il desiderio, appena fosse stato legalmente possibile, di sottopormi alla vaccinazione anti Covid".
Il medico, a quel punto, lo mise in contatto con Evaristo Giglio, direttore di zona distretto Usl Arezzo, che Scanzi chiamò subito e che si dimostrò disponibile. "Mi comunicò che mi avrebbe inserito ma anche che avrei dovuto aver pazienza in quanto tale elenco era molto lungo". Dopo quella prima telefonata, i due si sentirono altre volte in merito alla gestione della vaccinazione del giornalista.
''Dopo aver visto l'intervista del generale Figliuolo resa ad una trasmissione televisiva su una rete nazionale, nella quale aveva ancora una volta ribadito che non vi fossero a fine giornata dosi avanzate di vaccino, mandai un messaggio whatsapp al Giglio rappresentandogli nuovamente la mia disponibilità alla vaccinazione", afferma Scanzi.
Ai carabinieri Scanzi racconta anche di aver ricevuto, il giorno successivo alla vaccinazione, ovvero il 20 marzo 2021, una telefonata da Giglio, preoccupato per il caos mediatico generatosi alla notizia della vaccinazione. Sempre agli investigatori Scanzi racconta: "Alle ore 9.30 del mattino, il Giglio mi chiamò per dirmi che il mio post gli aveva creato dei problemi sia politici che all'interno della Usl di appartenenza - spiega sempre Scanzi- e mi chiese se io assistessi delle persone anziane ed in maniera specifica i miei genitori''.
Il giornalista, a quel punto, sottolinea che "non assistevo i miei genitori ma resi noto che entrambi erano nella condizione di essere considerati fragili per patologie pregresse". Secondo quanto riportato da Scanzi, Giglio apparve sollevato da quella dichiarazione.
"A questo punto lui, evidentemente sollevato da questa mia affermazione mi disse che rientravo a tutti gli effetti tra i 'caregivers' e che la mia vaccinazione non rappresentava più un problema. In effetti nei giorni successivi lui stesso mi ribadì più volte, a fronte delle mie perplessità sopraggiunte di fronte alla polemica mediatica che era nata, l'assoluta correttezza della procedura vaccinale alla quale ero stato sottoposto proprio perché rientrante nella predetta categoria".
Nel successivo passaggio, Scanzi puntualizza a verbale: "Non ho mai assolutamente comunicato al Giglio, prima di essere vaccinato, la condizione di persone fragili nella quale possono essere inseriti i miei genitori. Di tale circostanza ne ho parlato esclusivamente" con il medico di base "nella telefonata del 4 marzo''.