Cronache
Vaccino Scanzi, la procura: "Archiviare, ma non ne aveva diritto"
Scanzi aveva raccontato di aver ricevuto il vaccino come caregiver familiare dei genitori. L'apertura del fascicolo. Ora la richiesta di archiviazione
Torna nell’occhio del ciclone il popolarissimo giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, che nel mese di marzo venne criticato e accusato di aver saltato la fila per la vaccinazione. “L'ho fatto alla luce del sole perché non avevo nulla da nascondere e anzi volevo dare un messaggio positivo all'opinione pubblica”, aveva dichiarato ad Affaritaliani.it in un'intervista rilasciata nel pieno della bufera mediatica. Ribadendo anche sui social di aver ricevuto il vaccino come riservista e in qualità di caregiver familiare dei genitori: "Ho fatto il panchinaro del vaccino", aveva affermato.
Dopo le polemiche, la procura di Arezzo, città dove gli fu fatto il vaccino, apre un fascicolo. In questi mesi sono stati ascoltati i principali responsabili del servizio della Asl. Ora, sul caso del giornalista aretino, la stessa procura chiede l'archiviazione.
Stando alle conclusioni del pm Marco Dioni, Scanzi non rientrava in alcuna categoria vaccinale di quel momento e dunque non aveva diritto ad anticipare la somministrazione. Tuttavia, dal punto di vista giuridico-legale, per la procura non si configura alcun reato nella condotta del giornalista. In virtù, viene spiegato, della riforma del reato di abuso d'ufficio, ipotesi su cui lavorava la procura, tale fattispecie penale non si è configurata.
Perchè vi sia reato di abuso di ufficio nella condotta di Scanzi, è stato ancora spiegato alla procura di Arezzo, occorre che la violazione sia a una legge o a un regolamento, cosa che per il pm Dioni non è accaduta in questo episodio. Dunque, sottolineano dalla procura, anche se eticamente il gesto può da taluni essere considerato censurabile, dal punto di vista giuridico non è penalmente perseguibile.