Cronache
Vaticano, il Cardinal Fernandez? Degrado inarrestabile della Chiesa
Pare di trovarsi in una scena di “Un sacco bello”, il film di Verdone con Mario Brega e il sacerdote “che sta a perde’ colpi”
Cardinal Fernandez: il degrado inarrestabile della Chiesa cattolica
C’ha proprio ragione il generale Vannacci, siamo in un mondo alla rovescia o al contrario ma la cosa incredibile è che nulla ormai sembra destare più meraviglia, anzi c’è una sorta di corsa a chi la spara più grossa. Una volta esisteva il temibilissimo Sant’uffizio che pubblicava l’Indice dei libri proibiti.
Lo stesso Papa Francesco ha pubblicato nel 2022 una costituzione apostolica la “Praedicate evangelium” in cui si delineano le funzioni del Dicastero:
“Aiuta il Romano Pontefice e i Vescovi nell'annuncio del Vangelo in tutto il mondo, promuovendo e tutelando l'integrità della dottrina cattolica sulla fede e la morale, attingendo al deposito della fede e ricercandone anche una sempre più profonda intelligenza di fronte alle nuove questioni (Praedicate evangelium, 69)”.
Ebbene il versetto citato, il “69”, deve essere stato male interpretato dal cardinale argentino Victor Manuel Fernández, detto “Tucho”, scambiandolo per la nota posizione del kamasutra.
Il prelato è lo stesso che ha cacciato Francesco nel ginepraio della benedizione delle coppie gay, sancite dalla “Fiducia Supplicans”, che ha a sua volta provocato una vera sommossa nella Chiesa, costringendo il Pontefice a correre ai ripari ma la toppa è peggiore del buco perché la “soluzione” è stata quella di chiarire che le benedizioni devono essere impartite “nel più breve tempo possibile”, facendo presagire che poi le coppie sarebbero state cacciate a pedate.
Ma Fernández ha una storia passata di tutto rispetto come autore di opere erotiche, diciamo pure pornografiche.
Infatti nel 1998 aveva scritto un libro in cui si parlava di “donne insaziabili” e “peni duri in guerra nelle vagine” (considerazione in sé un po’ banale perché molli non è che funzionano molto), roba da far arrossire il povero Alberto Moravia che pure fu uno degli ultimi scrittori impallinati dal Sant’Uffizio.
E poi ancora:
“Se Dio può essere presente a quel livello della nostra esistenza, può essere presente anche quando due esseri umani si amano e raggiungono l'orgasmo; e quell'orgasmo, sperimentato alla presenza di Dio, può anche essere un sublime atto di adorazione a Dio”.
Il titolo è: "La pasión mística: espiritualidad y sensualidad" ("La passione mistica: spiritualità e sensualità"). In seguito, non contento, ha scritto un altro libro dal titolo esemplificativo: “Guariscimi con la tua bocca”.
Riguardo alla benedizione il prelato ha voluto spiegare meglio, inguaiando direttamente Papa Francesco come correo:
"La Dichiarazione ricorda che c’è pure una vita apostolica spontanea, lungo i marciapiedi, in mezzo al popolo, dove ognuno porta il peso della propria vita come può, e a volte ha bisogno di un gesto di amore e vicinanza della madre Chiesa. La mia esperienza in America Latina (e soprattutto quella di Papa Francesco) era piena di questi momenti. La Dichiarazione dice che, oltre alle benedizioni di tipo liturgico, che seguono un rito formale e che richiedono diverse condizioni per non andare contro la volontà di Dio". C’è anche un altro tipo di benedizioni che chiamiamo “spontanee” o “pastorali”, che si danno soltanto perché le persone si avvicinano a chiedere la forza di Dio per andare avanti nella vita. Questo tipo di benedizioni, nella mente del Papa, non richiede alcuna perfezione».
A quel punto la reazione dei conservatori, ad esempio il sito cattolico Crux, è stata forte e determinata ed allora ha aggiunto:
"Benedire, nel senso delle benedizioni “pastorali”, non liturgiche, non potrebbe essere né sacrilego né blasfemo. Perché è stato chiarito bene che non sanciscono, né qualificano, né autorizzano, né riconoscono niente". Ed allora perché farle?
Insomma pare proprio di trovarsi in una scena di “Un sacco bello”, il film di Verdone in cui un grande Mario Brega chiama un insegnante per porre rimedio a un sacerdote “che me sta a perde’ colpi” nel tentativo di redimere il figlio Ruggero hippy scapestrato e dedito ad orge.
Certo che passare dall’implacabile Sant’Uffizio a un Dicastero per la Pornografia il passo è lungo ma evidentemente questi tempi matti lo permettono.