Cronache

Vaticano, Marogna altro che intelligence. La "dama" di Becciu trattava cementi

La 39enne sarda ha dichiarato di aver avuto un ruolo centrale nelle trattative per la liberazione di padre Maccalli in Mali, ma i Servizi smentiscono

Vaticano, Marogna altro che intelligence. La "dama" di Becciu trattava cementi

Non si spengono i riflettori sullo scandalo Vaticano. Sempre più al centro dell'inchiesta c'è Cecilia Marogna, la 39enne sarda arrestata. La posizione della "dama" del cardinal Becciu si complica sempre di più. Oltre all’accusa di peculato formulata dai promotori di giustizia della Santa Sede - si legge su Repubblica - ci potrebbe anche essere un procedimento penale in Italia per autoriciclaggio. Fonti giudiziarie raccontano di un quadro accusatorio sempre più robusto, ma la consulente di Becciu ostenta sicurezza, ritenendo nulli gli addebiti e dichiarandosi pronta a dimostrare tutto “carte alla mano”. Ma le carte, che dovrebbero giustificare gli ingenti pagamenti ricevuti dalla Segreteria di Stato, non trovano conferme.

Tra le tante missioni, Cecilia Marogna - prosegue Repubblica - si vanta anche di aver avuto un ruolo centrale nelle trattative per la liberazione dopo due anni di prigionia in Mali di padre Pier Luigi Maccalli e di Nicola Chiacchio. Per farlo avrebbe usato tra gli 80 e 100mila presi dalle casse della Santa Sede. Peccato che non si sia trovato alcun riscontro e anzi, dopo la liberazione dei due ostaggi, la sua versione avrebbe mostrato nuove incongruenze. Fonti della nostra intelligence smentiscono poi un qualsiasi ruolo della donna nella complicata operazione avvenuta in Mali, nessuna attività diplomatica né tanto meno un ruolo attivo nelle trattative per il rilascio. Ma l’unica esperienza lavorativa che si riscontra è l’apertura e la chiusura in meno di un anno, nel 2005, di una azienda, la “Linea Principe”, specializzata in confezionamento di cementi e derivati.