Vatileaks, basta doppiopesismi su giornalisti e Chaouqui - Affaritaliani.it

Cronache

Vatileaks, basta doppiopesismi su giornalisti e Chaouqui

È doverosa la solidarietà a Emiliano Fittipaldi e a Gianluigi Nuzzi, i due giornalisti, processati, in Vaticano-senza i loro avvocati di fiducia e senza le garanzie, previste da tutti i codici degli Stati democratici-in quanto accusati di aver concorso a diffondere, inserendoli nei loro libroni, numerosi documenti riservati-inviati dalle stanze pontificie- della Commissione di indagine sulle finanze della Santa Sede. Tale organismo venne istituito da Papa Francesco per tentare di eliminare i centri di potere e stroncare i casi di corruzione oltre Tevere.

I documenti stampati riguardano le lotte di potere e la mala gestione dell'impero finanziario vaticano, dai privilegi dei cardinaloni alle offerte dei fedeli, sottratte alla beneficenza. Sinora, tuttavia, molti osservatori non hanno riservato lo stesso garantismo alla coimputata dei giornalisti e di don Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui, la signora calabrese, graziosa ma non avvenente, che lavorava nelle pubbliche relazioni e che Sua Santità aveva inserito- nel 2013 : aveva 30 anni- nella Commissione, presieduta dal monsignore spagnolo, tuttora in cella. Sono apparsi commenti indignati sulla sua, legittima, autodifesa, in un programma di Rai3, Ballarò, e velenosi attacchi, sui Social-network, al ruolo e persino alla vita privata dell'imputata.

"Ho commesso qualche peccato, ma non sono il corvo», ha affermato a Ballarò. «Preferirei morire piuttosto che tradire papa Francesco». E su Bergoglio: «Ha creato una situazione anomala in Vaticano. Determinati centri di potere sono stati scardinati e hanno già reagito. Sputtanare me è l'inizio della strategia» Sinora, difesa e sostegno, di politici e media, di Nuzzi e Fittipaldi, presentati come martiri dell'oscurantismo liberticida della Chiesa, condanna, preventiva, della Chaouqui, le cui feste, organizzate sul terrazzo di un palazzo di fronte a San Pietro, erano frequentate anche da nobili, politici e giornalisti, tra cui don Bruno Vespa e uno dei personaggi più vicini a Renzi, Marco Carrai. Si sta, insomma, verificando un caso di "doppiopesismo", il termine che fu coniato dall'ex direttore del "Corriere", Paolino Mieli, per evidenziare la diversità di trattamento, riservato a personaggi sospettati, o indagati-ma non condannati- per gli stessi reati.

Qualcuno, esagerando, ha proposto persino di assegnare un premio a Fittipaldi e Nuzzi, entrati in possesso di 80 password riservatissime, grazie alle quali hanno letto carte "sub secreto pontificio"... Al contrario, si sono sprecati i giudizi, tutt'altro che benevoli, sulla Chaouqui-a cui oggi Espresso e Panorama dedicano le loro copertine-quasi posta sullo stesso piano di una altra inquisita, calabrese anche lei, donna Antonella Accroglianò, definita dai giornali la "dama nera", finita in cella per presunte tangenti dell'ANAS a politici e faccendieri. Ci azzecca qualcosa la "calabresità" della signora di San Sosti ?... Una più equa proporzione e giudizi più equilibrati sarebbero auspicabili, almeno prima del pronunciamento, che ci auguriamo sereno, del tribunale ecclesiastico.

Pietro Mancini