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Cronache
Vecchiaia, i 70enni di oggi “si sentono” i nuovi 60enni
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Vecchiaia, si sposta in avanti la percezione dell'inizio della seniority

 

E’ indubbio, la percezione dell’inizio della vecchiaia si sposta sempre più in avanti e questo, soprattutto, se lo chiedi alle persone che ci sono vicine o in mezzo. Non perchè sia stata scoperta la pillola dell’eterna giovinezza ma perchè diversi fattori “positivi” stanno sempre più convincendo i senior a sentirsi un po’ meno senior quando guardano la carta d’identità. Questo “sentiment”, sempre più diffuso, viene confermato di fatto anche da diversi studi. Uno in particolare,  dell’American Psychological Association. Nel lavoro viene rilevato come gli adulti di mezza età e i senior ( gli anziani di una volta) sono fermamente convinti che la vecchiaia ora inizi più tardi di quella dei loro coetanei di diversi decenni fa. Uno status quo che, se da un lato puo’ essere spiegato da un certo sforzo “scaramantico”, dall’altro viene considerato anche dalla ricerca scientifica. I ricercatori dell'Università Humboldt di Berlino, ad esempio, confermano come “esista una tendenza storica sorprendentemente forte verso un rinvio soggettivo o un inizio più tardivo della vecchiaia”. I motivi per la verità sono riscontrabili solo se si mette insieme una serie di fattori, alcuni provati scientificamente.

 

Vecchiaia, qualità e aspettativa di vita migliorate negli ultimi decenni

E’ innegabile, in primis,  che negli ultimi decenni le qualità ed aspettativa di vita siano migliorate e cresciute. Ed in coerenza con questo trend si sono modificati pure i cicli della vita. Si comincia a lavorare più tardi, ci si sposa più tardi, si fanno figli più tardi. Quanti italiani senior di oggi si sono ritrovati a discutere coi figli ventitreenni “ io alla tua età già lavoravo, subito dopo mi sposavo con tua madre e dopo non molto ti abbiamo messo in cantiere”. Sembra preistoria, anche perchè i padri dei senior di oggi a 50 anni sembravano già nonni. E i ricordi , insieme alle foto sbiadite , lo dimostrano appieno. Con questi cambiamenti e in una società dove i senior sono in molti casi “buoni speditori” e non solo un peso sociale, ((possono viaggiare, amare con soddisfazione (magari con qualche aiutino), giocare a tennis o padel, aiutare i nipoti) nessuno dei “soggetti” in questione rivendica di essere entrato nelle vecchiaia, anzi mette  l’asticella sempre più lontana.

 

Vecchiaia, differenza tra età anagrafica e biologica

In molti studi, fortunatamente, si rileva la differenza tra età anagrafica ed età biologica. L’età sembra essere diventato un concetto soggettivo dove uomo e donna, in quantio ad età, chiedono risposte allo specchio e non alla carta di identità. Secondo uno studio gli over 40  si percepiscono, in media, il 20% più giovani di quanto non siano in realtà. Insomma all’incirca 10 anni meno. In questo nuovo trend i sessantenni potrebbero considerarsi quindi i nuovi cinquantenni, appena appena senior. E’ come se un decennio valesse più o meno la metà. Un conto temporale, quello dell’invecchiamento soggettivo,  che esiste secondo uno studio dell’Università della Virginia, solo su Marte, dove un decennio terrestre equivale a 5,3 anni marziani. Comunque, aldilà di Marte, da che età si comincia ad essere anziani? I partecipanti allo studio durato 25 anni, hanno risposto in maniera diversa mano a mano che crescevano con l’età , allontanando sempre più l’inizio della seniority. In generale gli uomini l’hanno collocata dopo i 70 anni mentre le donne un paio di anni avanti, forse perchè tendono a vivere più a lungo. L’aspettativa di vita dal 1988 è cambiata passando dai 76 anni agli attuali 83. E così un sessantenne in passato considerato vecchio adesso puo’ aspettarsi di vivere( toccando ferro) 20 anni e più.

 

Vecchiaia, non più un numero ma un concetto soggettivo

La seniority (vecchiaia) non è così più un numero, ma un concetto soggettivo, che cambia a seconda della società in cui gli anziani lavorano, si divertono, si curano. E’ bene però ricordare che stiamo parlando di società sviluppate perchè in aree del mondo meno fortunate per clima, società, cure, prevenzione e fattori economici, tutto questo non succede e i vecchi a volte sembrano ancora più vecchi della loro età reale.Grazie ai progressi della medicina, gli anziani sono in una certa misura più sani di quanto lo fossero 10 o 20 anni fa, e questo potrebbe spiegare perché credono anche che la vecchiaia inizi più tardi. Non sembra quindi essere solo un fenomeno psicologico, ma si rafforza con una base reale. Confermato ad esempio , da uno studio finlandese del 2021 ma sviluppato in 30 anni. I partecipanti, tra i 75 e 80 anni, avevano fatto test fisici e cognitivi. Ebbene le analoghe prove fatte dai senior attuali hanno dimostrato come i “vecchi” di oggi siano fisicamente ed intellettualmente migliori dei coetanei del passato. Le Organizzazioni Internazionali posizionano la seniority tra i 60 e 65 anni, ma questo è solo una definizione. In conclusione la realtà sembra essere una: gli anziani di oggi , soprattutto nei paesi sviluppati,sono più sani e più forti, ma ciò non li fa smettere di essere anziani. Ma la testa , insieme ad alcuni fattori evidenti di progresso, fa dire ai 60enni di oggi di sentirsi come dei cinquantenni. Niente da fare l’età che scorre non si puo’ cambiare ma la percezione di quello che siamo è davvero solo nella nostra testa , nelle nostre cure , nella nostra dinamica di vita. Più è leggera più ci dovremmo e potremmo, a ragione, sentirci un poco più giovani.

 

 

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