Cronache
Violenza donne, centri e case rifugio 'lasciati soli': erogati il 10% di fondi
Nonostante l'emergenza Covid a distanza di 6 mesi dall’incasso delle risorse solo 5 Regioni hanno erogato i fondi
Violenza donne, la denuncia di ActionAid
I centri antiviolenza e le case rifugio durante la pandemia sono gli unici spazi che hanno continuato a funzionare del sistema antiviolenza, ma i dati sulle risorse e l’attuazione del Piano antiviolenza 2017-2020 evidenziano che solo il 10% dei fondi 2019, nonostante l'emergenza Covid, sono arrivati ai centri. E' quanto denuncia ActionAid con il rapporto 'Tra retorica e realtà. Dati e proposte sul sistema antiviolenza in Italia', che monitora i fondi statali previsti dalla legge sul femminicidio insieme all’attuazione del Piano antiviolenza 2017-2020.
Durante il primo lockdown, quando dopo un iniziale crollo il numero delle chiamate di aiuto al 1522, tra marzo e giugno 2020 è più che raddoppiato rispetto al 2019 con 15.280 richieste (+119,6%), in Lombardia, osserva ActionAid, "c’è stata una forte riduzione dello staff nei centri antiviolenza causata dal dimezzamento del numero di volontarie – generalmente di età medio-alta e quindi a rischio contagio – e dalla malattia o messa in quarantena di operatrici. In aggiunta, i centri sono stati costretti a turni di lavoro estenuanti, come nel caso della provincia di Cremona, che ha esteso la propria reperibilità h24 con risorse umane ridotte del 50%.
Questo a fronte di ritardi e della mancanza di procedure standard delle istituzioni: dalla scarsità di mascherine e guanti (distribuiti solo in pochissimi casi dalle istituzioni locali come a Brescia) all’impossibilità di accedere ai tamponi, fino alla mancanza di spazi adeguati per isolamenti fiduciari".
ActionAid: "Necessario istituire un fondo di emergenza con risorse aggiuntive"
Nonostante la circolare inviata a marzo 2020 dal ministero dell’Interno alle prefetture per rendere disponibili alloggi alternativi, i centri, ad eccezione di quelli di Pavia, "sono stati costretti a ricorrere a bed&breakfast o appartamenti messi a disposizione da conoscenti e privati", sottolinea ActionAid.
“Non è tollerabile che le istituzioni si presentino impreparate a fronteggiare un nuovo lockdown. L’epidemia ci ha dato lezioni che non dobbiamo dimenticare, prima tra tutte il ruolo essenziale dei Cav (centri antiviolenza, ndr) e delle case rifugio nel sostegno territoriale alle donne, che hanno dimostrato una grande capacità di adattamento nel reinventare un modello di intervento rapido che funziona solo con supporti adeguati. È necessario uscire dalla logica emergenziale per creare un sistema forte e duraturo, che funzioni bene in tempi ordinari e molto bene in tempi straordinari. Sarebbe inaccettabile sprecare tempo prezioso. Con la seconda ondata pandemica e con i nuovi lockdown territoriali, i Cav corrono il rischio di arrivare al limite delle proprie capacità di sopravvivenza e di resilienza. Oggi è necessario istituire un fondo di emergenza con risorse aggiuntive e prontamente disponibili e cabine di regia locali che garantiscano efficacia e coordinamento per le reti territoriali, senza si rischia di negare alle donne una concreta via d’uscita alla violenza” spiega Elisa Visconti, responsabile dei programmi di ActionAid.
A distanza di 6 mesi dall’incasso delle risorse, solo 5 Regioni hanno erogato i fondi
Al 15 ottobre scorso, riferisce ActionAid, le risorse ripartite dal Dipartimento Pari opportunità per il biennio 2015-2016 sono state liquidate dalle Regioni per il 72%, il 67% per quelle del 2017. A distanza di 15 mesi del trasferimento da parte del Dipartimento, le Regioni hanno liquidato solo il 39% delle risorse 2018, ovvero circa 7,6 mln di euro a fronte dei 19,6 stanziati. Per l’annualità 2019, il Dipartimento ha ripartito tra le Regioni 30 mln di euro, di cui 20 mln da destinare al funzionamento ordinario di case rifugio e centri antiviolenza e 10 mln per il Piano antiviolenza.
"In tempi Covid, per rispondere ai nuovi bisogni delle strutture di accoglienza, la ministra per le Pari opportunità il 2 aprile 2020 - ricorda ancora ActionAid - ha firmato un decreto di procedura accelerata per il trasferimento delle risorse per il 2019 prevedendo la possibilità di usare i fondi destinati al Piano antiviolenza per coprire le spese dell’emergenza sanitaria. Nonostante l’urgenza, a distanza di 6 mesi dall’incasso delle risorse, solo 5 Regioni hanno erogato i fondi: Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Molise e Veneto. Nel dettaglio le risorse liquidate per l’annualità 2019 sono pari all’10%. Ad oggi nessun decreto è stato emanato dal Dipartimento per i fondi antiviolenza 2020".
Quanto al Piano Antiviolenza, Actionaid parla di "occasione mancata: siamo alla vigilia dell’elaborazione del nuovo Piano nazionale, ma l’analisi della attuazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne, adottato nel 2017 e reso operativo con un piano approvato due anni dopo (18 luglio 2019), rivela la sua incompletezza e il mancato rispetto della promessa trasparenza dei processi e delle decisioni. Le risorse effettivamente impegnate - conclude - sono insufficienti per coprire le azioni programmate, ma soprattutto finora risultano impossibili da verificare e monitorare se realmente spese".