Cronache
Virginia Raggi e la sua banda di incompetenti hanno ridato dignità a Roma
Dal risanamento dei conti alle regole e alle prospettive per Roma. L'analisi di Giuliano Pacetti sulla competenza femminile della Raggi
di Giuliano Pacetti *
I migliori sindaci di Roma di questi ultimi 40 anni sono stati Luigi Petroselli e Virginia Raggi. Li lega la grande capacità di ascoltare i cittadini e l’averli avvicinati al Campidoglio, del quale hanno aperto porte e finestre. Li lega il sogno della difesa del verde e la grande battaglia per ridurre il traffico privato, fonte principale dell’inquinamento atmosferico.
Dopo la scomparsa del compianto Luigi Petroselli, Roma per un lungo periodo sembrò essere sospesa in un limbo di incertezze, cosa che si è ripetuta con le note vicende legate al processo “Mafia Capitale”.
Dopo un periodo transitorio, con sindaci PCI-DC-PSI, Roma si regalò i 15 anni delle 4 sindacature e delle tante speranze riposte in Francesco Rutelli e Walter Veltroni. I due sindaci, però, lavorarono per gran parte della loro sindacatura con lo sguardo puntato alla candidatura a Presidente del Consiglio dei Ministri. Realizzarono il loro sogno di guidare una coalizione, ma entrambi persero la partita contro Silvio Berlusconi: Francesco Rutelli nel 2001 alla guida dell’Ulivo e Walter Veltroni nel 2008 alla guida dei Democratici. Come se non bastasse, sulla scia di quelle mazzate provenienti da destra, Roma subì la sindacatura di Gianni Alemanno. L’incontrastato peggior sindaco di sempre, lasciò ad Ignazio Marino una città devastata, umiliata, mortificata da indagini giudiziarie e comprensiva del rodato sistema Buzzi-Carminati.
Dal centro alle periferie, passando per il litorale di Ostia, tanti politici pronti a mimetizzarsi pur di non essere associati a quella categoria definita della “mangiatoia”. Il sindaco Ignazio Marino, seppur in una Roma disastrata, non fece certo bene ed anzi dovette addirittura subire un atto di crudeltà politica senza precedenti: la sua maggioranza si vestì da Mastro Titta e lo eliminò con un atto notarile.
Il primo sindaco donna
Nel marasma politico e istituzionale peggiore della sua storia, Roma per la prima volta aveva bisogno di un sindaco donna che rimettesse in ordine la casa capitolina: i suoi conti, le sue aziende, le sue strade. E per quello che ha fatto per i suoi cittadini, Virginia Raggi merita di essere confermata alla guida del Campidoglio.
Sul tema donna, concordo con Lilly Gruber sul fatto che la complessità della nostra società non può essere gestita senza le competenze femminili e che a parità di capacità la politica dovrebbe agevolarne l’affermazione. Ma non è così: Virginia Raggi dal giorno del suo insediamento è stata massacrata da media e politica, femmine e maschi uniti nell’attaccare a palle incatenate l’usurpatrice. Da una parte una donna forte con comportamenti ispirati da legalità e trasparenza, dall’altra destra e sinistra che picchiano politicamente insieme. Da una parte la Sindaca Raggi che ridà a Roma la dignità di Capitale, in un percorso nel quale hanno trovato posto tanto il merito quanto il bisogno. Dall’altra il pensiero vuoto e semplice di una destra pronta a strumentalizzare qualsiasi cosa.
Virginia Raggi e la sua banda di incompetenti
Virginia Raggi e la sua banda di incompetenti hanno avviato il risanamento e il rilancio di Atac e di Ama, che ora possono contare su conti in ordine e su prospettive fatte di nuovi mezzi e strutture al servizio dei cittadini. Macché, per i grandi politici dell’opposizione romana non va bene neanche questo. Acea si rilancia e raggiunge i migliori risultati economici e di gestione di sempre, assicura a Roma acqua di buona qualità e in prospettiva continuerà ad assicurarla per i prossimi duecento anni con il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera. Dalle opposizioni nessun riconoscimento! La macchina amministrativa finalmente funziona e gli impiegati, siano essi vecchi o nuovi assunti, hanno ritrovato l’orgoglio di farne parte. Ma niente, tutti giù a fare i guitti di bassa lega, che recitano una parte tanto comica quanto velenosa verso la Sindaca di Roma.
L'operazione Attila di Alemanno
Così come Virginia Raggi ha subito indecorosi e immeritati attacchi, anche la maggioranza che la sostiene ha dovuto subire il linciaggio quotidiano dei media e di alcuni politici locali, tra i quali alcuni che avevano contribuito all’operazione Attila messa in atto da Gianni Alemanno.
Chi sono gli eletti 5 Stelle al Comune di Roma
Certa stampa vuol far passare la maggioranza che sostiene Virginia Raggi come un aggregato di persone che si trovavano per caso a fare i consiglieri comunali. È vero che in politica non esiste un sistema di valutazione basato solo sulle caratteristiche della persona, ma dietro i 29 eletti del Movimento 5 Stelle si possono contare: 23 laureati, 14 iscritti ad albi abilitanti, dottorato e master, oltre a precedenti esperienze politiche come consiglieri comunali e municipali. A ciò si aggiunga che tutti i consiglieri, Virginia Raggi compresa, portano sulle loro spalle anni di presenza sul territorio, anni di sabati e domeniche passati tra la gente e per la gente, in un confronto costante che ha arricchito gli uni arricchendo gli altri di rapporti e umanità.
Ora, Giuseppe Conte ed Enrico Letta stanno lavorando ad un accordo nazionale per le prossime amministrative e di prospettiva per le politiche. Un accordo che si deve basare sul rispetto reciproco e proprio per questo ritengo che sia fuori da ogni logica avanzare, come fa anche il Partito Democratico, obiezioni nominalistiche verso l’attuale sindaca Virginia Raggi. Il tutti meno che lei è il metodo usato dal centrodestra con Conte, Arcuri ed ora con Speranza, al quale va la mia solidarietà per attacchi assolutamente strumentali. Lasciamo queste miserie politiche a Matteo Salvini e confrontiamoci seriamente sul terreno delle cose che Virginia Raggi ha fatto e su quelle programmate. Faccio appello alla politica con la P maiuscola e invito chi vuole veramente bene a Roma a smetterla di attaccare Virginia Raggi usando lo stesso subdolo e vuoto termine utilizzato dalla destra qualunquista e dal pensiero debole: incompetenza. Ci hanno lasciato Roma con il sedere per terra e noi “incompetenti” l’abbiamo rimessa in piedi restituendogli onore, regole e prospettive.
*Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Assemblea Capitolina e Consigliere delegato dell’Area Metropolitana di Roma