Coronavirus, primo italiano contagiato sulla nave
Coronavirus, ci sarebbe il primo italiano contagiato a bordo della nave Diamond Princess. A lanciare l'allarme è stato Stefano Varrecchia, capo dell'unità di crisi della Farnesina, intervenendo ad Agorà su Rai Tre. Il passeggero in questione sarebbe in viaggio verso gli Usa, in quanto residente negli Stati Uniti. "Aspettiamo ancora conferme", è il messaggio che arriva dal ministero degli esteri. Rassicuranti, al momento, invece le notizie che riguardano gli italiani ancora a bordo della crociera. "Fra i connazionali di cui ci dobbiamo occupare noi non risulta al momento alcun contagiato", spiega Varrecchia.
Verrecchia ha comunque sottolineato che "aspettiamo ancora delle conferme" riguardo al possibile contagio del nostro connazionale che "è in volo per l'America", che sarebbe "il primo caso di un italiano" contagiato a bordo della nave da crociera ferma in Giappone. I
CORONAVIRUS: FARNESINA, 'PARTE EQUIPAGGIO POTREBBE SCEGLIERE RESTARE SU NAVE'
Una parte dell'equipaggio italiano della Diamond Princess potrebbe non rientrare con il volo che l'Italia sta organizzando per rimpatriare i 35 connazionali che si trovano a bordo della nave da crociera bloccata in quarantena in Giappone. Lo ha detto il capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, ricordando che la quarantena "dovrebbe terminare il 19 e dal 19 al 21 saranno i giorni in cui potranno essere sbarcati i passeggeri".
"Stiamo organizzando questo volo che potrebbe anche essere un volo esteso anche ad altri europei per far rientrare i nostri connazionali - ha detto ancora Verrecchia intervenendo alla trasmissione Agorà - Naturalmente non rientreranno tutti i nostri connazionali perché una parte dell'equipaggio a quanto ci fanno sapere è funzionale alla nave e potrebbero scegliere di rimanere a bordo, almeno una piccola parte. I passeggeri ed una buona parte dell'equipaggio- ha aggiunto - dovrebbe rientrare con noi".
Verrecchia ha poi espresso l'apprezzamento per la collaborazione da parte dei "giapponesi, che stanno facendo un lavoro notevole considerando la situazione a bordo, ci sono oltre 3mila persone". "Noi stiamo aspettando naturalmente che siano ultimati i test - ha concluso - perché questo numero così rilevante richiede un lavoro molto intenso e che ancora non sono stati fatti tutti i test".