Cronache

Wikipedia protesta, ma dietro c'è Google

Marco Rossi

Google ha versato 3,1 milioni di dollari a Wikipedia

In questi giorni Wikipedia si duole, soprattutto a livello internazionale.

Oltre che alle solite questue per denaro che periodicamente compaiono su di essa sotto forma di banner lagnosi, Wikipedia è preoccupata per la libertà di Internet.

Scopo nobile, anzi nobilissimo.

In Germania (dove è anche oscurata), Estonia, Danimarca e Slovacchia campeggiano banner contro la riforma europea del copyright prevista il 26 marzo a Strasburgo con il voto del Parlamento Ue riunito per l’occasione in plenaria. In Italia l’enciclopedia libera (e spesso fallace) fu invece oscurata il 3 luglio.

Ma il fatto singolare è in realtà che Wikipedia che si definisce “enciclopedia libera” non è affatto toccata dalla riforma del diritto di copyright.

Ed allora perché tanta agitazione?

Semplice.

Google è fermamente contrario alla riforma e, guarda caso, ha fatto una cospicua donazione a Wikimedia di 3,1 milioni di dollari.

Da notare come, tecnicamente, Google abbia già messo a disposizione la Google Cloud Custom Search Api e la Cloud Vision Api.

L’ipotesi, niente affatto peregrina, è che Google possa in un certo senso “comprarsi” (o lo abbia già fatto) Wikipedia che però, poiché sbandiera la sua neutralità ed indipendenza, e quindi farebbe molta difficoltà a giustificare di essere passata all’Impero Google.

Un tipico affare da Big Data.

Google è da anni sotto attacco per i problemi legati al suo immenso potere (si pensi solo alla funzione “cache” che impedisce di fatto la cancellazione di un proprio scritto, violando ogni libertà di scelta) e il controllare anche la prima fonte di informazione planetaria, ancorché spesso errata e tutt’altro che neutrale, sancirebbe un controllo globale sull’intero mondo realizzando gli incubi più oscuri di Orwell.

Un potere che neppure il Presidente degli Usa può avere ed è bene che non abbia.

Di questo grande pericolo per la democrazia si parla molto poco e dovrebbe aprirsi un dibatto in sede Onu su argomenti così rilevanti per l’esistenza di miliardi di persone.