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Culture
8 marzo 2024: cinque figure femminili da conoscere

5)  La regina senza trono. Amalasunta, figlia indomita di Teodorico il Grande di Ornella Albanese (Mondadori)

La scrittrice Ornella Albanese, di cui avevo in passato già recensito Il falconiere dei re, torna in libreria con Mondadori e con un altro romanzo storico, che questa volta vede protagonista una donna. La regina senza trono è Amalasunta, figlia indomita di Teodorico il Grande: un personaggio pressoché dimenticato nel corso dei secoli e proprio per questo ancora più interessante da riscoprire. Siamo nel lontano 495 d.C., poiché questa volta l’autrice decide audacemente di tornare ancora più indietro nel tempo rispetto all’epoca di Federico II di Svevia; ci troviamo inoltre tra le bellezze di Ravenna, terra magnificamente impreziosita dai mosaici che consigliamo di visitare più volte, trattandosi di un Patrimonio dell’Umanità di immenso valore. Nello specifico, ci si sofferma nella Chiesa di Santa Croce, dove le pareti raccontano la storia che è stata e quella che verrà. Amalasunta è la figlia di Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, e come tutte le figlie femmine dei sovrani è condannata ad un grande peso: non essere nata maschio, dunque impossibilitata a governare. Nonostante il nome scelto dalla madre che significa forte Amala, è difficile celare la delusione del padre alla notizia del mancato erede, come d’altra parte dev’essere successo a migliaia di uomini – non soltanto re e nobili – per altrettante migliaia di anni.

La regina senza trono
 

Forse è anche per questo se Amalasunta cresce quasi come un maschio: libera, selvaggia, dedita alle attività sportive ben più di quelle femminili, come la caccia, le cavalcate, le passeggiate nei boschi; e tuttavia in lei germoglia anche l’amore per la cultura, grazie all’ambiente stimolante della corte in cui si ritrova a vivere. Come altre dopo di lei (molto meno prima di lei), Amalasunta assapora a poco a poco il piacere dell’indipendenza e porne fine per essere usata come pedina a scopi politici, sposando qualcuno che non ama scelto da altri per lei, non è tra i suoi piani. Eppure è pur sempre la figlia di un re…

Ancora una volta l’Albanese si conferma una bravissima scrittrice con una penna fluida e accattivante, in grado di catturare l’attenzione del lettore, creare pathos e introdurlo nella storia fino a sentire al pari di amici i personaggi che ne fanno parte. Ci porta ad innamorarci insieme alla protagonista e a fare il tifo per lei, dando vita a un romanzo storico che è prima di tutto l’appassionante vita di una donna fuori dal comune e poi una favola d’amore intrisa di sogno e magia. Sono forse proprio le scene romantiche quelle che più hanno fatto battere il cuore alle lettrici, sebbene va detto che La regina senza trono è uscito in libreria da pochissimo per Mondadori e quindi ciò che vi proponiamo è una vera e propria novità letteraria.

«Scrivere un romanzo storico è una meravigliosa avventura che permette di riempire gli spazi vuoti, creando pensieri, i dialoghi e le emozioni di quei personaggi di cui conosciamo solo una sequenza di avvenimenti che gli storici chiamano “vita”» dichiara l’autrice nella nota finale del libro. Qui precisa anche che, sebbene la maggior parte dei personaggi sia realmente esistita, ha dovuto inevitabilmente fare ricorso alla propria immaginazione e inventare parti di fantasia, specie a fronte di un periodo storico tanto lontano, in merito al quale le fonti scarseggiano. Anche qualora ci si possa basare su qualcosa di scritto, gli studiosi hanno quasi sempre tramandato le gesta degli uomini più che delle donne, perciò quasi mai qualcuno si è preso la briga di mettere in luce le emozioni, la personalità, le intime contraddizioni, speranze o passioni di una donna, seppur celebre o importante che fosse. Lo fa la Albanese in questo romanzo che piacerà senza alcun dubbio agli amanti del genere e che consiglio di leggere, facendolo seguire da un’accurata visita di Ravenna. «Un altro aspetto del romanzo storico che amo molto è l’opportunità che mi offre di descrivere gli edifici non come ci appaiono oggi, ma come erano in origine – scrive ancora l’autrice – È per questo che faccio muovere Amalasunta e suo padre lungo il nartece che congiungeva la chiesa di Santa Croce al bellissimo mausoleo di Galla Placidia, e che oggi non esiste più».

Dunque una storia che possiede tutti gli ingredienti giusti per conquistare le lettrici: la passione d’amore ostacolata tra una principessa e uno schiavo, la figura femminile che precorre i propri tempi e si pone come esempio di rivendicazione della propria indipendenza, un grande sovrano in un potente regno, un’intricata corte dove non mancano intrighi e sotterfugi, amici ma anche numerosi nemici, momenti di avventura e altri di impagabile vittoria.

«Il mare aveva sfumature verdi nel blu. Le onde gli davano vita. Amalasunta lo amava perché era imprevedibile, così dolce e crudele. Musica di onde e poi mugghiare di burrasca. Accogliente come una madre e poi spietato come un dio sanguinario. Racchiudeva i colori del cielo, quelli delle alghe, le striature delle correnti, il bianco candido delle onde quando si infrangevano. Spinse il cavallo verso la riva e lo fece galoppare nell’acqua bassa, mille spruzzi salati sulla pelle, sulle labbra, tra i capelli». 

Festa della donna 2024
 






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