Culture

Bmta, premiato Jonathan Adams per la nave più antica ritrovata nel mar Nero

Eduardo Cagnazzi

Il relitto potrebbe essere quello di Marco Polo che in quel periodo era in esplorazione e possedeva un'imbarcazione simile. La consegna del Premio a Paestum

Alla nave più antica del mondo il premiodell’International Archaeological Discovery Award intitolato a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano decapitato a Palmira da un gruppo jihadista: a ricevere il Premio per la scoperta del più antico relitto intatto del mondo, Jonathan Adams, responsabile Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), che ha sbalordito con le immagini tridimensionali dei relitti scovati nel Mar Nero, documentati grazie a un sottomarino a comando remoto (ROV, remotely operated vehicle) dotato di telecamere. La nave di legno risalente 2400 anni fa, lunga circa 23 metri, e all’apparenza simile alle navi mercantili raffigurate su antichi vasi greci è uno degli oltre 60 relitti storici ritrovati  nel corso dell’esplorazione durata circa tre anni. Tra questi, una nave “che abbiamo ribattezzato ”Marco Polo” - ha raccontato Adams - perché di evidente tradizione europea e risalente al 13 secolo, periodo in cui sappiamo che Marco Polo era in esplorazione e che possedeva una nave simile”.
 

Il professore emerito della Sapienza e Accademico dei Lincei, Paolo Matthiae, scopritore di Ebla, di cui ha diretto per 40 anni gli scavi, ha dichiarato: “La cosa più commovente nel mio recentissimo viaggio in Siria è stata la grande ed entusiastica partecipazione della gente comune al veder risorgere la loro cultura, soprattutto della parte femminile della popolazione: molti funzionari e molti collaboratori della Direzione generale delle Antichità sono donne e si occupano del loro patrimonio culturale non per uno stipendio, ma per amore e passione - Matthiae ha raccontato il suo ritorno nella Repubblica arabo-siriana, dove mancava dal 2011 - Nel giorno della riapertura, la scorsa settimana il Museo Nazionale di Aleppo era così pieno che non ci si riusciva a muovere, affollato di ragazzi e ragazze delle Università e delle scuole secondarie entusiasti dell’evento. Eppure, continuano a girare sulla Siria tante, troppe fake news.  Il museo, uno dei più importanti del medio d’Oriente per i reperti del mondo pre-classico che custodisce, si presenta molto rinnovato rispetto al precedente con un’esposizione molto moderna e attuale, organizzata dalla Repubblica arabo-siriana grazie al supporto giapponese”. Fayrouz Asaad, figlia dell’archeologo a cui è intestato il Premio, ha dichiarato: “Mio padre riposa in pace grazie all’Italia e a questa commemorazione che fate qui a Paestum. Khaled vuol dire eterno e lui realmente vive per sempre grazie alla Bmta”. Lo “Special Award”, il Premio alla scoperta con il maggior consenso sulla pagina Facebook della Borsa, è assegnato al “pane più antico del mondo” ritrovato nel Deserto Nero della Giordania da un gruppo di ricercatori delle Università di Copenaghen, di Cambridge e University College di Londra: si tratta di una focaccia di pane azzimo carbonizzata di circa 14mila anni. Quindi, i nostri antenati ancor prima del Neolitico impastavano e cucinavano e prima dell’avvento dell’agricoltura, collocata 4.000 anni più tardi. Si ipotizza che grazie al consumo del pane le popolazioni iniziarono a coltivare le piante necessarie per realizzarlo, contribuendo alla rivoluzione agricola nel Neolitico. Dalle analisi dei frammenti di pane con il microscopio elettronico è emerso che si tratta di cereali selvatici: antenati dei moderni cereali come l’orzo, il farro e l’avena, che prima di essere cotti sono stati macinati, setacciati e impastati. Secondo i ricercatori sarebbe stato prodotto da una popolazione di cacciatori-raccoglitori perlopiù sedentaria, chiamati Natufiani, e a causa della difficoltà per la realizzazione del pane, considerato un cibo di lusso e quindi destinato solo ad eventi importanti.