All'Acropoli di Cuma la Giornata mondiale dello Yoga e l'arrivo dell'estate
La millenaria arte e filosofia di vita d'Oriente incontra il Mito del Mediterraneo nel sito più prezioso immortalato da Omero e da Virgilio.
In occasione dell’VIII Giornata mondiale dello Yoga promossa dall’Onu e per celebrare il solstizio d’estate all’acropoli degli Scavi di Cuma, la millenaria arte e filosofia di vita d’Oriente incontrerà domenica 24 giugno il Mito del Mediterraneo in uno dei siti più preziosi e ricchi immortalato da Omero e da Virgilio.
L'idea di praticare lo yoga nei musei e nei siti archeologici e di mettere in relazione le opere d'arte con le forme della pratica yoga, nasce dalla convinzione che il connubio tra cultura, mito, bellezza e ricerca interiore nei suggestivi spazi dei musei e dei siti possa favorire lo sviluppo armonico dell'essere umano, con un beneficio personale e sociale. La manifestazione, che rientra nell'ambito del progetto “Lo Yoga per i Musei - I Musei per lo Yoga”, vuole essere l'inizio di una proficua collaborazione tra la Scuola di
Yoga Integrale, organizzatrice dell'evento, e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei: un percorso condiviso per dare risalto e sostegno e diffondere la conoscenza di questo immenso patrimonio.
Il progetto di yoga sociale della Scuola di Yoga Integrale (attiva in Italia dal 1986), tra i suoi partner annovera anche il Museo archeologico nazionale di Napoli, Il Polo Museale della Campania, il Museo e Real Bosco di Capodimonte.
“La giornata di yoga a Cuma -spiega il direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Paolo Giulierini- permetterà di conoscere un luogo particolare nel suo genere, vivendo un sito archeologico diversamente dal solito, coniugando cultura e benessere. Anche questo e conoscere il nostro patrimonio”.
Gli scavi di Cuma si trovano nel territorio di Bacoli e di Pozzuoli, nell’area vulcanica dei Campi Flegrei di fronte all’isola d’Ischia. La città fu abitata fin dall'età preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia, posta sul litorale campano di fronte all'isola di Ischia, era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria. Si pensa che sia stata fondata intorno al 740 a.C., anche se la più antica documentazione archeologica risale al 725-720 a.C. Secondo la leggenda, i suoi fondatori furono gli Eubei di Calcide, che sotto la guida di Ippocle di Cuma scelsero di approdare in quel punto della costa perché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali. Lì i fondatori trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana. Pur continuando le loro tradizioni marinare e commerciali, i coloni di Cuma rafforzarono il loro potere politico ed economico proprio sullo sfruttamento della terra ed estesero il loro territorio contro le mire dei popoli confinanti. Intimamente legato a Cuma è il mito della Sibilla Cumana. Già dal terzo libro dell'Eneide è scritto che Enea, se vorrà finalmente trovare la terra destinata al suo popolo dagli dei, dovrà recarsi ad interrogare l'oracolo di Cuma (Eneide, III, 440-452). Attualmente l'antro della Sibilla costituisce un'attrazione turistica di notevole interesse.