Culture
Bergamo Jazz, la primavera si apre con i grandi musicisti
Edizione numero 41 della rassegna orobica, che propone quattro giornate di jazz al top nei teatri e in numerose location di Bergamo
di Raffaello Carabini
Come dice Stefano Bollani, “la gente al jazz ci arriva non per educazione, ma per altre vie”: quelle proposte dal 21 al 24 marzo dal primo grande festival della nuova stagione di concerti di musica afroamericana saranno ricche di novità e di qualità artistica. Bergamo Jazz Festival 2019 riempirà, come ormai da oltre quarant’anni, la città orobica dei suoni afroamericani, coniugati nelle più diverse prospettive sonore, ma sempre con attenzione al passato e profondità della proposta, secondo i canoni messi in campo da sempre dal trombettista Dave Douglas, da quattro edizioni direttore artistico della manifestazione.
Iniziamo con i big che si esibiranno nel capiente Creberg Teatro. I vecchi leoni Archie Shepp (uno degli eroi dell’era free, di scena il 22 insieme con il batterista veterano di infinite battaglie musicali Hamid Drake), Manu Dibango (il mito vivente dell’afro-jazz, domenica 24), David Murray (sassofonista in bilico tra avanguardia e tradizione, il 23, seguito da una delle nuove regine della musica africana, l’ivoriana Dobet Gnahoré, cantante, danzatrice e percussionista) e il trombettista Terence Blanchard (forse il più lucido erede di Miles Davis, di scena il 22).
Alternativa di pregio per la serata del 21 i festeggiamenti per i 75 anni (compiuti il 10 gennaio) del sassofonista bergamasco Gianluigi Trovesi, uno dei “colossi” del nostro jazz. Si esibirà al Teatro Sociale, prima con il suo quintetto, con l’aggiunta della pianista israeliana Anat Fort, poi quale ospite, così come il prestigioso trombettista tedesco Manfred Schoof, della Bergen Big Band, orchestra stabile della città norvegese.
Ma il jazz sarà protagonista anche in numerose altre strutture cittadine, dai musei ai pub, espresso in molte delle sue sfaccettature. Citiamo nel mazzo delle proposte almeno la performance solistica del francese Jacky Terrasson, definito per il suo stile brillante “il pianista della felicità”, alla Sala Piatti (domenica 24, ore 15); l’Horn Trio della contrabbassista romana Federica Michisanti, talentuosa e brillante, accompagnata anche dalla virtuosa violoncellista tedesca Anja Lechner nel magico Ex Oratorio di San Lupo (venerdì 22, ore 17); il quartetto tra jazz ed electro-pop dei Dinousar, guidato dalla trombettista inglese Laura Jurd all’Auditorium di Piazza della Libertà (sabato 23, ore 17).
Numerosi come al solito i concerti di corollario di ottimi jazzisti italiani: i Quintorigo, la P-Funking Band in giro per la città, Dimitri Grechi Espinoza, Pasquale Mirra e i talenti scovati da Tino Tracanna per la parata “Scintille di jazz” all’opera in vari locali.
Inutile aggiungere che non è tutto qui il programma – può essere visualizzato nel dettaglio, comprensivo di costi, abbonamenti, iniziative, al sito www.teatrodonizetti.it/it/teatro-donizetti-bergamo-programmazione/bergamo-jazz-festival/ – di una manifestazione importante, pronta, come ormai da decenni, a dare il la alla stagione italiana della musica afroamericana.