Culture

Bologna, l'Ottocento avrà il suo museo: pronta una collezione di 85 opere

Apre a Bologna un nuovo spazio culturale dedicato ai maestri locali che sarà centro di ricerca e formazione. In programma anche mostre temporanee ed eventi

Dalla pittura di storia alla rappresentazione dal vero: i bolognesi protagonisti di questa svolta furono Luigi Busi (1837-1884), Raffaele Faccioli (1845-1916) e Luigi Serra (1846-1888), di cui vengono presentate opere emblematiche. Ci sono i due capolavori inediti di Busi, Il Paggio e la Duchessa, esposto alla Società Protettrice di Belle Arti nel 1862, che vede una donna aristocratica in un interno arricchito di dettagli sorprendenti: un vaso in avorio con il bassorilievo di elefante, mazzi di fiori, pappagallini… oppure l’acquerello de Le gioie materne, bozzetto dell’omonimo famoso dipinto che fece conoscere Busi ben fuori dai confini regionali.

Amico fraterno di Busi, e suo sodale durante il suo periodo romano, fu Raffaele Faccioli, di cui è esposto Concerie in via Capo di Lucca, dipinto intriso di divertimento e ironia. Chiude la sezione un raro olio di Luigi Serra di cui il Museo conserva, peraltro, un fondo di quarantasette disegni a documentare la produzione dell’artista.

Sulla scia di un inedito interesse per il Naturalismo, coevo a quello dei toscani Macchiaioli, a Bologna si affermano Coriolano Vighi (1845-1905), Alessandro Scorzoni (1858-1933) e soprattutto Luigi Bertelli (1833-1916), originario di San Lazzaro, che, da autodidatta, rivoluzionò la pittura bolognese da lì in poi. Coriolano Vighi non lavorò mai en plein air, la sua fu una natura prettamente immaginata e pensata nell’interno dello studio. La sezione espone l’imponente Paesaggio ad olio e un delicato Paesaggio a pastello – tecnica prediletta dall’artista – realizzato nel 1899. Vighi fu ammirato e conosciuto anche all’estero, realizzando opere perfino per gli Zar di Russia.