Culture
Bologna, l'Ottocento avrà il suo museo: pronta una collezione di 85 opere






Apre a Bologna un nuovo spazio culturale dedicato ai maestri locali che sarà centro di ricerca e formazione. In programma anche mostre temporanee ed eventi
Il Museo, che non ha scopo di lucro, perseguirà finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e il suo principale obiettivo sarà quello di tutelare, conservare, valorizzare e promuovere fondi artistici, librari, archivistici e qualsiasi altra testimonianza sull’attività degli artisti, specialmente felsinei, nati tra il XIX e il XX secolo e facenti parte delle correnti artistiche che si espressero tra l’Ottocento e il Novecento. Il Museo attiverà tirocini formativi con l’Università di Bologna per far conoscere il patrimonio artistico dell’Ottocento e Novecento bolognese. Infine, l’iniziativa Amici del Museo Ottocento Bologna consentirà ai soggetti interessati di supportare le attività artistiche e i programmi culturali dell’istituzione.
Il percorso espositivo del Museo Ottocento Bologna inizia intorno alla metà del secolo, scandagliando gli sviluppi artistici del territorio attraverso opere di artisti bolognesi come Giovanni Paolo Bedini, Luigi Busi, Fabio Fabbi, Mario De Maria, Alfredo Protti e tanti altri.
La pittura di storia e di impostazione accademica è ben rappresentata dal dipinto di Andrea Besteghi (1817-1869) Cimabue e Giotto, esposto alla prima edizione delle Esposizioni della Società Protettrice di Belle Arti che illustra il famoso incontro tra i due grandi artisti. Si passa al gusto per la “pittura pompeiana”, così diffuso al tempo, che trova il suo mirabile interprete in Luigi Bazzani (1836-1927): l’artista visitò Pompei e ancora oggi è celebre per i suoi acquerelli.
Dell’autore sono esposti due raffinati dipinti a olio: Il foro a Pompei, scena romantica con una coppia a passeggio e l’immancabile Vesuvio fumante sullo sfondo e Figura pompeiana, caratterizzato da un malizioso sensualismo. Il percorso prosegue con un accenno alla moda dell’epoca per le scene ispirate al Settecento, diffusa dal mercante francese Adolphe Goupil.
Questa tendenza di guardare al passato con l’occhio del collezionismo, può ben essere riassunta dall’opera di due artisti come Alfonso Savini (1836- 1908) e Giovanni Paolo Bedini (1844-1924), artisti che hanno spesso ritratto personaggi “in costume”. Ne sono un esempio il Bevitore oppure La veste nuova di Bedini, dipinto, quest’ultimo, esposto alla mostra della Società Protettrice di Belle Arti nel 1873, oppure La serenata, capolavoro di Savini.