Culture
Coniglio di giada alla conquista della luna
Si chiamera' "Coniglio di giada" la prima sonda spaziale cinese che atterrera' sulla Luna il mese prossimo. Lo ha annunciato in una conferenza stampa il vice comandante del programma lunare cinese, Li Benzheng. Coniglio di giada, nome tratto da un'antica favola cinese, fa parte del programma spaziale Change - 3 e sara' lanciata nello spazio a inizio dicembre a bordo di un razzo vettore Long March 3-B. L'atterraggio su suolo lunare, il primo di un mezzo spaziale cinese su un corpo extra-terrestre, scrive l'agenzia di stampa Xinhua, e' previsto per la meta' di dicembre e compiera' il piu' lungo viaggio spaziale mai realizzato dalla Cina, orbitando a circa 300 milioni di chilometri dalla Terra. L'obiettivo della missione e' quello di sondare la struttura geologica della luna e le sostanze che si presentano sulla superficie, alla ricerca di risorse naturali, in quella porzione di suolo lunare nota come "Baia degli Arcobaleni". Change - 3 e' la terza missione lunare cinese, dopo quella del 2007 e quella del 2010, che aveva lanciato una sonda per monitorare un asteroide, e l'80% della tecnologia usata, spiegano gli scienziati del programma spaziale cinese, e' di nuova generazione. Ma il primo allunaggio cinese non e' l'unico progresso del settore spaziale di Pechino. Pechino sta facendo anche enormi passi in avanti nella realizzazione della stazione spaziale che sara' in orbita dal 2022 al 2032, al termine della missione della stazione spaziale internazionale.
Secondo il periodico specializzato Space News, la Cina con la nuova stazione spaziale, fornira' strutture ed equipaggiamenti per gli esperimenti, compreso un laboratorio orbitale, agli scienziati di tutto il mondo. Il primo passo e' il lancio del core module della stazione, che avverra' nel 2018, seguito nel 2020 e nel 2022 dal lancio di due laboratori spaziali. La nuova stazione sara' collocata tra i 350 e i 450 chilometri dalla Terra e posizionata con un'inclinazione di 42 gradi rispetto all'equatore. Nella conquista cinese dello spazio c'e' anche un pezzo di Italia. Dopo l'accordo di settembre scorso con la China National Space Administration (l'ente spaziale cinese) per la realizzazione della strumentazione di bordo del satellite cinese CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite), l'Agenzia Spaziale Italiana ha rinnovato la collaborazione con Pechino nei giorni scorsi,durante la visita in Cina del ministro per l'Universita' e la Ricerca, Maria Chiara Carrozza. I presidenti degli enti spaziali dei due Paesi, Enrico Saggese per l'ASI e Ma Xingrui per la CNSA, hanno confermato la collaborazione sull'uso dei dati satellitari e sulla stazione spaziale cinese. "Lo spazio e' uno dei settori piu' vitali del nostro Paese - aveva dichiarato il ministro Carrozza a Pechino nei giorni scorsi - e' necessario collegare il concetto di made in Italy a quello di research in Italy". Anche le autorita' cinesi hanno applaudito alla collaborazione. Il ministro per la Scienza e la Tecnologia di Pechino, Wan Gang, al termine dell'incontro con il ministro Carrozza, ha sollecitato la collaborazione sia per il programma europeo Galileo, che per il progetto congiunto sino-italiano "Moon Mapping" per rilevare la topografia e la distribuzione del materiale presente sul suolo lunare. Il progetto e' coordinato dall'ASI e dal National Remote Sensing Center of China (NRSCC) che -come si sottolinea in un comunicato apparso sul sito web dell'Agenzia Spaziale italiana- hanno firmato una dichiarazione di intenti relativa allo sviluppo del progetto durante il Quarto Forum italo-cinese sull'innovazione, centrato sui temi dello sviluppo economico, sociale e dell'internazionalizzazione.