Culture

Il modello di valorizzazione dei siti archeologici campani piace ai cinesi

Eduardo Cagnazzi

Alla Bmta di Paestum una delegazione di esperti e manager di parchi museali per acquisire competenze dopo il riconoscimento di Liangzhu patrimonio Unesco

La Cina a scuola per scoprire il modello di tutela e valorizzazione dei siti archeologici della Campania. E’ questo l’obiettivo che si pone la delegazione formata da ventitre manager del Paese del Dragone tra esperti e direttori di parchi che oggi ha partecipato ai lavori della Bmta, in svolgimento a Paestum fino a domenica. “La Cina sta riscoprendo il proprio patrimonio culturale come valore dell’identità e dello sviluppo locale dei propri territori”, ha spiegato il direttore della Borsa, Ugo Picarelli (nella foto). “Dovendo acquisire conoscenze e competenze, i rappresentanti di organismi pubblici e privati, parchi e musei cinesi hanno necessità di confrontarsi con sistemi maturi afferenti l’offerta culturale, come il modello Campania. La loro presenza alla Borsa consente loro di confrontarsi con il locale Parco archeologico e visitare l’intera provincia, in gran parte territorio sotto tutela Unesco. Un’occasione per incrementare la collaborazione, già avviata da alcuni anni tra Cina e Italia in campo archeologico e promuoverla in maniera stabile con gli istituti di ricerca e le università, anche per attirare flussi di turisti lungo la Via della Seta, tenuto conto che tra dieci anni gli spostamenti dalla Cina supereranno quelle degli Stati Uniti. I ventitre manager provengono da Pechino e dalle province di Fujia, Hunan, Shaanxi, Zhejiang e dalla regione autonoma della Mongolia interna. “Il loro scopo è acquisire le opportune tecniche gestionali sotto l’aspetto della tutela, ricerca e della valorizzazione dei siti archeologici”, sottolinea Maurizio Di Stefano, specializzato in restauro dei monumenti presso la Federico II di Napoli, nonché presidente emerito di Icomos. Da alcuni mesi, ricorda Di Stefano il sito di Liangzhu è sotto tutela Unesco, il 55° che ha fatto perdere all’Italia il primato da sola in cima alla lista.