Culture

Il romanzo/ Con Daniela Brancati dentro le stanze segrete della politica italiana... Intervista

 



LA TRAMA DE "IL COYOTE LIBERO' LE STELLE"

Protagonista del romanzo è Luisa Alunni, giovane e bella funzionaria che lavora a Roma nella direzione nazionale di un grande partito: Sinistra Unita. Che, come tutti i grandi partiti, è caratterizzato da forti contraddizioni interne: fazioni contrapposte che nascono ogni giorno e individualità che vogliono emergere senza tener conto di nessuna regola.
Tutto questo mette a dura prova Luisa, che alla politica come occasione per occuparsi con serietà e giustizia della società crede per davvero. Come crede per davvero al segretario del suo partito, Eugenio Rispoli, quando le promette la nomina di portavoce. Ma il suo nome è stato fatto solo per essere bruciato a favore di Lorenzo Pippoli, decisamente inadatto per il ruolo, ma con le spalle coperte dai finanziamenti al partito garantiti dal padre potente. Luisa però non ci sta. E al suo fianco si schiera un alleato tanto potente quanto inaspettato: Alfonso Corradi, grande vecchio della politica italiana, di cui però la donna non vorrebbe fidarsi del tutto, se avesse la possibilità di scegliere. Ma questa possibilità non c’è. Il coyote liberò le stelle racconta l’avventura che metterà la protagonista di fronte alla decisione più importante della sua vita: restare una stella o adeguarsi a tanti altri politici e diventare un coyote. Ma non c’è solo la politica nelle pagine di questo romanzo: infatti a scombussolare tutto quanto ci pensa Giovanni Mustacchi, il giornalista che porterà Luisa a chiedersi se davvero è possibile vivere senza l’amore...

 

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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Daniela Brancati

Daniela Brancati è stata la prima donna direttore di un telegiornale nazionale italiano: il Tg3, nel 1994. E' stata tra l'altro insignita dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica italiana. E nel corso della sua carriera da giornalista e dirigente d’azienda (nel settore della comunicazione), ha anche scritto numerosi libri, tra cui il romanzo "Tutta una vita" (Marsilio, 2005). Il 22 marzo esce per Laurana il suo nuovo libro,  "il coyote liberò le stelle", che trascina il lettore dietro le stanze segrete della politica italiana, mostrandone i meccanismi... Affaritaliani.it ne ha parlato con l'autrice.

DanielaBrancati Laurana

Com'è nato questo romanzo, così attuale?
"Il Coyote nasce dalla passione per la politica e dalla passione per Lucio Dalla. Leggendolo si capisce. Ha avuto una lunghissima gestazione, ho cominciato a scriverlo più di dieci anni fa, quando i segni della crisi c’erano già tutti, ma la sinistra stentava a prenderne atto. D’altronde è una legge universale: chi detiene il potere non lo molla, cambia nome e simbolo – da noi è successo spesso – ma la sostanza... Sono stati per me anni di grande impegno professionale e personale, ho scritto dei saggi e lasciato indietro il romanzo. A un certo punto ne ho sentito l’urgenza. E allora mi sono dedicata a limare, correggere, rifinire. Insomma a quel lavoro che è ben noto a chi scrive, tanto da far dire a un grande ‘un libro è buono non tanto per quello che ci metto, quanto per quello che levo’, ossia ridondanze, aggettivi superflui, dialoghi non necessari".

Per il personaggio di Luisa Alunni si è ispirata a una figura reale?
"Tutti i personaggi del Coyote sono ispirati a figure reali, tranne forse proprio la protagonista. Gli altri, se il lettore ha voglia di giocare un po’, potrebbe anche riconoscerli. Luisa è una ragazza che non si rassegna alla mancanza di ideali e di speranza nella vita quotidiana. Non è una ‘grillina’, perché ha scelto di restare comunque in un partito tradizionale, ma è mossa dalle stesse speranze di cambiamento, dall’esigenza di coerenza. Si scontra continuamente con un intreccio di potere politico, di giornalismo che si autodichiara protagonista della scena politica, di ambizioni personali e collettive, e si sente spesso estranea a palazzo. Ma naturalmente è la protagonista di un romanzo e dunque è al centro di una storia politica e personale, di affetti, relazioni sentimentali, amore. Non è perfetta, ha le sue cadute e le sue debolezze. Una donna vera insomma".

Che idea si è fatta del risultato delle ultime elezioni? Prevedeva l'avanzata del Movimento 5 Stelle in queste proporzioni?
"Prevedevo il successo di M5S? Sì. In queste proporzioni no. Nell’ultimo anno e mezzo ho girato l’Italia in lungo e largo, invitata a dibattiti e conferenze. Ovunque leggevo la stessa insofferenza, lo scontento e, dalla nascita del governo tecnico in poi, grande paura per il futuro. In vita mia ho visto molte crisi e ricordo ad esempio distintamente quella degli anni ’70, lo choc petrolifero e l’austerity, ma neanche allora c’era uno scontento tanto uniformemente diffuso da nord a sud, sia pure per motivi del tutto differenti. Oggi, oltre alla crisi, c’è una ristrutturazione profonda della nostra economia che lascia del tutto indifese le fasce più deboli. La risposta dei partiti non può essere la solita ricetta perché stavolta moriamo tutti.".

Leggendo quello che accade nel suo romanzo a Sinistra Unita, viene da pensare alle contraddizioni del Partito Democratico: si è fatta ispirare dalle lotte intestine che fanno parte della storia del centro-sinistra in Italia?
"Viene in mente il PD perché è quello con più voti e dunque maggior visibilità, ma tutti i partiti della sinistra hanno affrontato lotte e divisioni che a volte rischiano di essere scissioni dell’atomo, lasciando in circolo formazioni simili a frammenti. Purtroppo la sinistra in generale soffre di un complesso di superiorità che spesso le fa perdere di vista sogni e bisogni dell’umanità reale. E accetta malvolentieri le critiche. Lo dico con dispiacere, da donna di sinistra".

Riesce ancora a sperare nel futuro della politica, e della democrazia, nel nostro Paese?
"Luisa alla fine ce la fa. Nel protagonista di un romanzo c’è sempre qualcosa dell’autore, in questo caso almeno le speranze!".