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Culture
Finita in un giro di ricettatori, la statua di "Zeus in trono" torna a casa

Undici capolavori mai esposti fino ad oggi per raccontare il ritorno di Zeus in trono nei Campi Flegrei, luogo metafora del continuo divenire dell’intrecciarsi dell’opera della natura e dell’uomo. Undici statue ad accompagnare da domani il protagonista indiscusso, Zeus in trono: in esposizione capolavori inediti, provenienti dai fondali del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, da Cuma, Miseno e dai giardini e dagli ambienti di rappresentanza delle ricche domus, dalle ville del patrimonio archeologico di Baia, che ne testimoniano il lussuoso stile di vita. Nel percorso della mostra “Il visibile, l’invisibile e il mare” che apre i battenti al Museo archeologico e Castello di Baia saranno presenti supporti multimediali per offrire al visitatore una possibilità in più per comprendere le caratteristiche dei Campi Flegrei, come la proiezione di filmati per raccontare il particolare fenomeno del bradisismo, che ha reso unici siti e monumenti, conservandoli in un suggestivo dualismo tra terra e mare. Prima dell'inaugurazione della mostra, il direttore del Parco, Paolo Giulierini, illustrerà l'attività dell'ente dalla nascita ad oggi. “Nove mesi di gestione del nuovo ente autonomo del Parco Archeologico dei Campi Flegrei sono stati impiegati per costruire la macchina amministrativa e gestionale, l'immagine coordinata, il sito. Parallelamente abbiamo lavorato per perfezionare la progettazione e l'apertura dei cantieri, relativamente ai finanziamenti Pon e Fsc, alla riapertura prossima della Grotta di Cocceio e a moltissime attività didattiche e culturali che hanno caratterizzato la stagione del Parco. L'arrivo di Zeus scandisce simbolicamente la chiusura di questa prima parte dei lavori ed apre al rilancio in grande stile previsto per la prossima primavera. Rilancio che -continua Giulierini- si badi bene è ben visibile, già testimoniato da una sensibile crescita di pubblico e dalla presenza del nostro ente nelle principali fiere turistiche nazionali ed internazionali, nonché in grandi progetti di ricerca con musei cinesi, università italiane e internazionali. Anche la buona sorte ci premia. Clamorose sono le scoperte del centro Jean Bérard, della Federico II, dell'Università L'Orientale e della Luigi Vanvitelli nell'ultime campagne di scavo a Cuma. Fecondi sono i rapporti con i sindaci, impegnati con noi nella costruzione del Parco”.

La statua di “Zeus in trono” risale al I secolo a.c. Alta 74 centimetri, rappresenta l’iconografia classica del dio greco. Sembrerebbe essere stata utilizzata in origine come oggetto di culto in una famosa dimora della costa flegrea. Proviene probabilmente dalle acque del golfo tra Pozzuoli e Baia ed è stata esposta dal 1992 fino al 2017 al Getty Museum di Los Angeles, dopo essere finita in un giro di ricettatori. Nel dicembre del 2012 attraverso l'analisi di un frammento di marmo sequestrato a Bacoli, proveniente da uno scavo clandestino, si è trovata la corrispondenza con lo spigolo del bracciolo del trono di Zeus: la Guardia di Finanza, attraverso un'immagine disponibile in rete, ha potuto sovrapporre virtualmente la particella riemersa alla statua esposta al museo californiano, trovando una perfetta corrispondenza. Attraverso attente indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, è stato possibile arrivare all'individuazione della statua di Zeus al Getty, dopo diverse ricostruzioni e approfondimenti investigativi, legati a una banda di ricettatori di beni di lusso e opere d'arte già intercettata in passato. Successivamente, a marzo 2014, è stata eseguita una verifica diretta e poi le analisi tecniche specifiche hanno determinato l'appartenenza e la provenienza. Grazie alle operazioni degli inquirenti e alle azioni di diplomazia della magistratura e del ministero dei Beni culturali, la statua è ritornata a giugno 2017 al Museo archeologico nazionale di Napoli. Da domani torna a casa.

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