Culture

Gli psichiatri italiani chiedono scusa: "Appoggiammo le leggi razziali"

Carlo Patrignani

La SIP fa pubblica ammenda per aver, 79 anni fa, negli anni bui e terrificanti del nazismo e del fascismo, legittimato le Leggi razziali del luglio 1938

La SIP, la società italiana di psichiatria, fa pubblica ammenda per aver, 79 anni fa, negli anni bui e terrificanti del nazismo e del fascismo, legittimato con il suo presidente di allora, Arturo Donaggio, che ne è stato il primo firmatario, le famigerate Leggi razziali del luglio 1938. E per questa svolta storica, un vero e proprio atto di riscatto, la Spi non poteva scegliere migliore occasione che l’inaugurazione al Vittoriano di Roma della mostra 'Schedati perseguitati sterminati. Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo' curata e realizzata dalla Società tedesca di psichiatria, che il Netforpp, il Network Europeo per la psichiatria psicodinamica fondato dalla psichiatra Annelore Homberg, ha voluto e portato in Italia.

L’esposizione, visitabile fino al 14 maggio, consta di 50 pannelli con biografie, documenti d'archivio e immagini storiche da cui si evince la feroce disumanità - oltre il brutale e ben noto genocidio degli ebrei - perpetrata contro i malati psichici e i disabili durante il naziolsocialismo: a partire dal 1934, 400 mila tedeschi di entrambi i sessi, affetti da patologie mentali considerate ereditarie e incurabili, furono sterilizzati contro la loro volontà e, tra il 1939 e il 1945, più di 200 mila persone ricoverate in ospedali psichiatrici tedeschi furono invece assassinate perché ritenute un inutile peso per la popolazione tedesca.

Una sezione particolare della mostra, già esposta a Londra, Vienna, Osaka, Citta' del Capo e Toronto, è dedicata a 'Malati, Manicomi e psichiatri in Italia dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale' ed è stata realizzata proprio dalla Sip: negli ultimi anni della guerra furono circa 30 mila le persone che persero la vita negli ospedali psichiatrici italiani sia per l’inedia e l’abbandono che per l’intervento delle SS tedesche che prelevarono i malati. L'atto di oggi è, ha spiegato Mencacci, "assolutamente una svolta storica significativa: pur se dal dopoguerra ad oggi la psichiatria non è stata subalterna al potere, noi dovevamo fare i conti con il passato e quindi la pubblica ammenda per non avere scheletri nell’armadio, ossia la scelta scellerata di adesione alle Leggi razziali di 79 anni fa".

Al tempo stesso la Sip non intende fermarsi a questo atto importante, di riscatto, che segue quanto accaduto e ben evidenziato dalla documentatissima mostra, organizzata con il Netforpp, il Polo museale del Lazio e l’Avi, l’Agenzia per la vita indipendente. "Siamo pronti e disponibili ad ulteriori riflessioni più approfondite, che vadano oltre il fatto documentale e storico, con altre associazioni culturali, come il Netforpp, sulla lunga catena di pensatori, come filosofi e teorici del profondo, di quel terribile periodo in cui fu delegittimata la dignità umana e si produssero divisioni, isolamento, stigma, fino al razzismo e all’antisemitismo. Una riflessione storico-filosofica che si rende opportuna perchè quanto accaduto allora non cada nel dimenticatoio e non abbia mai più a ripetersi", ha aggiunto Mencacci.

Nella lunga catena dei supposti grandi pensatori che animarono, culturalmente, il nazifascismo, il razzismo, l’antisemitismo, ci sono filosofi come Martin Heidegger e teorici del profondo come Carl Gustav Jung e lo stesso Sigmund Freud, le cui teorie sull’essere umano, sulla realtà umana, sono sempre più traballanti e seriamente messe in discussione: allora, alla prossima seconda svolta storica, magari nella direzione della 'psichiatria psicodinamica', che si rifà alla "teoria della nascita" dello psichiatra dell'irripetibile, originale e gratuita Analisi collettiva, Massimo Fagioli, recentemente scomparso, che sin dagli anni Cinquanta aveva smascherato la truffa dei supposti grandi pensatori.