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L'editore Stefano Mauri (Gems-Messaggerie): "Ecco per chi andrò (e non andrò) a votare..."

di Antonio Prudenzano
Su Twitter: @PrudenzanoAnton

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Stefano Mauri, presidende e Ad del gruppo GeMS e vice presidente di Messaggerie, domenica andrà a votare? Per chi?
"Voto come privato cittadino e non certo a nome di GeMS. Non ho mai chiesto a un mio collaboratore cosa vota e mi auguro che nel nostro gruppo ci siano elettori di tutte le offerte perché i libri sono specchio della società e ne devono riflettere tutte le inclinazioni. Posso dirle che personalmente non credo che il nostro Paese sia ingovernabile, credo che non sia dirigibile come un'azienda padronale. Se viceversa i contenuti sembrano riguardare l'interesse comune invece che i problemi di un privato le riforme passano perché gli italiani capiscono,  com'è accaduto con Amato, con Prodi quando siamo entrati nel'Euro e infine con Monti in uno stato di emergenza. Purtroppo c'è poco equilibrio nei media più influenti e questo vizio altera tutta la percezione delle cose in una parte meno istruita dell'elettorato, che però conta moltissimo. Quindi non voto nessun partito che faccia proclami anticostituzionali o antieuropei. Lavoro con tutto il mondo e la credibilità internazionale del Paese per me è molto importante. E' ora di aprire le finestre e cambiare aria ma non c'è bisogno che diventi la galleria del vento".

StefanoMauri

Da cittadino e imprenditore lombardo, alla Regione chi sosterrà?
"Anche alla Regione sosterrò un candidato che non annuncia programmi eversivi o anticostituzionali per raccogliere consensi nel partito della rabbia, che sarà comunque il primo partito di queste elezioni. La Lombardia ha una sanità eccellente nonostante chi l'ha governata, principalmente perché è una delle regioni più ricche del mondo ancora oggi. Men che meno voterò chi promette di cambiare e avendola governata per molti anni ha cambiato solo in peggio e si è difeso con arroganza dagli scandali. Ci sono politici che rubano in tutte le democrazie ma solo in Italia e in certi partiti si ripresentano".
 
La preoccupa l'avanzata del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (va ricordato che il gruppo GeMS, con i marchi Chiarelettere e Tea, pubblica i libri di cui l'ex comico è co-autore, ndr)?
"GeMS pubblica circa 10mila autori e credo proprio che rappresentino tutte le sfaccettature della politica. La diversità è ricchezza. Di solito sono più attratto intellettualmente da chi la pensa diversamente da me che da chi pensa le stesse cose, purché sia in buona fede e abbia pensato qualcosa alla quale io non ho pensato. Siamo in continua ricerca. Chiarelettere pubblica autori di destra di sinistra e di centro, non fa endorsement che io sappia. Il movimento di Grillo è una novità e come tale interessante. Gli italiani onesti hanno visto troppi scandali per restare indifferenti e periodicamente mandano in Parlamento dei partiti cani da guardia. Fu così per la Lega dei primi tempi e per l'Idv. Ora tocca ai grillini e spero che questi cani da guardia non diventino cani da salotto come coloro che li hanno preceduti. Ma io voto chi siederà in Parlamento e giudicherà di volta in volta con la sua testa, non ce la faccio a votare qualcuno che prenderà ordini da fuori. Non mi sembra coerente con la Costituzione".
 
In campagna elettorale la cultura ha trovato ben poco spazio nelle promesse dei candidati. Stesso discorso per i problemi del mondo del libro, nonostante la buona attenzione ricevuta dall'iniziativa "E-leggiamo". Da imprenditore nel settore librario, cosa chiede al prossimo Governo?
"Di trovare un bravo ministro dei Beni e delle Attività Culturali presente in ministero (dunque non troppo impegnato in faccende politiche) che capisca che la cultura richiede attenzione sì alla conservazione ma anche sensibilità agli eventi, che coinvolgano i cittadini, e all'industria creativa. Molti burocrati pensano alla cultura come a qualcosa che è dato, che è già lì, che viene dal passato. Mentre noi editori vediamo la creatività germogliare ogni giorno e sappiamo come sia importante per la crescita di un Paese democratico proteggere l'habitat che la produce e il coinvolgimento delle persone. Volendo ridurre a un programma minimale un buon ministro dovrebbe essere il primo ad ergersi in difesa del diritto d'autore, della libertà di espressione e della promozione della lettura. Tre condizioni per l'esistenza di un'editoria indipendente e capace di appeal anche sul piano internazionale. Sono anche tre condizioni necessarie per superare il problema culturale di questo Paese che si trascina da tanto. Chiudendo con una nota positiva e leggera, credo che Fabio Fazio con la sua squadra a Sanremo abbia dimostrato che anche nella televisione come in Politica  l'abbruttimento non è un male necessario".